Da nove dovrebbero rimanere solo tre gli indagati per il decesso del piccolo Carmine Ricco, il bimbo di Guardia Piemontese morto dopo il crollo di una vetrata.
GUARDIA PIEMONTESE – Il cerchio è quasi chiuso. L’indagine relativa al decesso del piccolo Carmine Ricco di Guardia Piemontese è a una svolta.
Sotto osservazione ricordiamo che era finita la macchina dei soccorsi. Il bimbo di appena sette anni e mezzo è deceduto a causa delle ferite riportate in un incidente domestico in un tragico pomeriggio di inizio estate, il 29 giugno scorso. La vetrata dell’ingresso gli è finita addosso. Presumibilmente da quanto si evince dalle ricostruzioni, ha urtato alla stessa e un vetro ha reciso poi l’arteria femorale.
Sono stati iscritti nel registro degli indagati, inizialmente, nove persone per la maggior parte medici o personale ospedaliero che hanno avuto in cura il bambino. La Procura della Repubblica di Paola dopo le ulteriori indagini espletate sul caso dovrebbe adesso fare una scrematura e dei nove indagati ne dovrebbero rimanere iscritti soltanto tre. Tra queste anche la babysitter che aveva in custodia il bambino.
Il titolare delle indagini, il PM Anna Chiara Fasano, ha nominato due periti, i dottori Vercillo e Cavalcanti. Così come anche il legale della famiglia, l’avvocato Davide Rosselli, che si è affidato a Francesca Pepe.
Carmine era l’amato figlio di un albergatore delle Terme Luigiane molto conosciuto in paese. Una famiglia per bene. Figlio anche e soprattutto di questa piccola comunità di origine valdese dove le acque sulfuree rappresentano la principale attività lavorativa che consente di sfamare centinaia e centinaia di bocche.