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Auguri semireligiosi o meglio auguri di buona umanità!

Numero speciale dedicato al Natale che ci invita a superare le barriere dell’egoismo e dell’indifferenza per riscoprire la cultura dell’incontro fatta di gesti concreti in grado di valorizzare l’umano che c’è in ognuno di noi.


Segnali di vita nei cortili e nelle case all’imbrunire/le luci fanno ricordare/le meccaniche celesti [Franco Battiato]

DIO NELLA CITTÀ – “Segnali di vita nei cortili e nelle case all’imbrunire/
le luci fanno ricordare/
le meccaniche celesti
”.

Così recita una bella canzone di Franco Battiato, anche se in questi giorni siamo sommersi da altre luci più appariscenti e colorate che portano con sé un ricordo ormai sbiadito di una festa semireligiosa. Il Natale di chi? Di nostro Signore Gesù Cristo? Nostro? E poi cosa vuol dire che un Dio – Infinito, Onnipotente e Onnisciente – scelga di nascere in un determinato periodo storico, in un sottoscala lontano dai potenti del momento, in mezzo alla precarietà più totale? Può essere mai vero tutto ciò?

A me non interessa convincere nessuno, ma questa storiella costituisce il principio di una delle più grandi religioni al mondo che ha generato una storia e una spiritualità bimillenarie. Piace soffermarmi con chi legge a contemplare questo Dio così inaudito perché così umano. Sì, il Natale se proprio dobbiamo festeggiare – credenti e non credenti – allora festeggiamo l’umanità. La mia e la tua, la sua e la nostra. Perché se Dio ha scelto un giorno di nascere, patire, crescere, imparare, camminare, giocare e amare come me e come te, allora vuol dire che essere uomini è un fatto davvero serio! Acquista un sapore nuovo innanzitutto la nostra stessa vita e quindi quella degli altri.

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Sapere che non solo intere generazioni di esseri umani, ma anche un Dio ha scelto di condividere la mia stessa sorte, mi aiuta a vivere le varie stagioni della vita con uno sguardo più maturo e tenero. Le situazioni incomprensibili che ci assillano e l’incapacità di risolvere l’impossibile sono sentimenti che hanno attraversato il cuore di Gesù di Nazareth e pertanto non costituiscono un ostacolo insormontabile ma strette finestre verso l’Infinito che è molto più grande di noi.

Ogni uomo che condivide la mia esperienza di cercatore di senso e di amore diventa mio fratello al quale se manca il cibo, la casa, il lavoro o l’affetto io non posso rimanere indifferente.

I miei più cari auguri che faccio ai lettori e ai calabresi sono quelli di una più profonda umanità, auguri di umanità! Perché impariamo a riconoscere che Dio si trova innanzitutto nell’uomo che ci sta accanto e chi vuole realmente onorarLo ama l’umanità concreta di chi ci scomoda con richieste di aiuto e di solidarietà. Chi onora veramente Gesù Cristo lo cerca e lo trova nelle ferite di numerose persone che hanno toccato il fondo a causa di gravi errori oppure nella umiltà di saggi anziani che non perdono l’amore per la vitaAssolve realmente al “precetto” natalizio chi continua a lottare affinché i bambini non siano mai più maltrattati e i giovani tengano desta la fiamma dei sogni.

Riconosce realmente il Dio che si fa uomo chi non si scandalizza della sua fragilità ma la condivide con ogni persona che incontra sul suo cammino. Mi piace regalarvi le parole profetiche di un vescovo scomodo così vicino a Dio da riconoscerlo negli altri e in particolare nei più poveri: “Signore, tu che ti sei fatto uomo come noi, aiuta noi che ci siamo fatti tutto: ingegneri, avvocati, preti, vescovi… Tutto ci siamo fatti, meno che uomini!”. (don Tonino Bello)

La foto che correda questo articolo è presa da qui


About Roberto Oliva

Laureato in Beni culturali presso l’Università della Calabria, studente di teologia presso la PFTIM-Catanzaro. Cura un blog su papaboys.org e collabora con Korazym.org e Il Sismografo. Per Infopinione redige la rubrica Dio nella città.

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