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I futuri genitori che concepiranno figli con lo smartphone in mano

Sempre più spesso i nostri bambini utilizzano smartphone o tablet per ore. Partendo dalla lettura di un articolo di settore abbiamo voluto saperne di più e abbiamo chiesto un’opinione al pediatra Riccardo De Lorenzo. Da vietare nei primi 2 anni di vita. Poi assecondare l’apprendimento tecnologico. E i grandi?

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Smartphone e affini? Vietati ai minori di 12 anni

PRAIA A MARE – Secondo un articolo della terapista pediatrica canadese Cris Rowan dovrebbe suonare un campanello d’allarme nella coscienza di ogni genitore.

L’articolo è stato pubblicato di recente su L’Huffington post italiano. Il titolo è molto chiaro “10 motivi per cui i dispositivi portatili dovrebbero essere vietati ai bambini al di sotto dei 12 anni”.

I nostri figli, in tutto il mondo, entrano a contatto con la tecnologia digitale portatile troppo presto e la utilizzano per troppo tempo al giorno.

“L’American Academy of Pediatrics e la Canadian Society of Pediatrics affermano che i bambini da 0 a 2 anni non dovrebbero essere esposti alla tecnologia. Citiamo dal testo originale che consigliamo per la lettura –. Dai 3 ai 5 l’esposizione dovrebbe essere di un’ora al giorno. Mentre dai 6 ai 18 non più di due ore al giorno. I bambini e i giovani fanno uso della tecnologia 4 – 5 volte in più dell’ammontare di ore raccomandato, con conseguenze serie e spesso pericolose per la vita. (Kaisee Foundation 2010, Active Healthy Kids Canada 2012).

Gli apparecchi portatili (cellulari, tablet, giochi elettronici) hanno aumentato sensibilmente l’accessibilità e l’utilizzo della tecnologia. Soprattutto da parte di bambini ancora molto piccoli (Common Sense Media, 2013). Da terapeuta pediatrica, faccio appello ai genitori, agli insegnanti e ai governi affinché proibiscano l’uso di dispositivi elettronici ai bambini sotto i 12 anni”.

Rimandandovi attraverso questo link alla lettura integrale dell’articolo in questione, riportiamo semplicemente i “10 motivi” sostenuti dalla ricerca, ovvero le conseguenze, per i quali vietare i dispositivi portatili ai nostri figli. 1 rapida crescita del cervello. 2 ritardi nello sviluppo. 3 obesità sempre più diffusa. 4 privazione di sonno. 5 malattie mentali. 6 aggressività. 7 demenza digitale. 8 dipendenze. 9 emissione di radiazioni. 10 insostenibilità.

Il parere di un esperto

Ora, se come me siete dei genitori sarete quantomeno sobbalzati dalla sedia ai punti 5 e 6. Senza sottovalutare gli altri otto. Ho dunque pensato di chiedere un’opinione a un esperto di settore: Riccardo De Lorenzo, pediatra del Capt di Praia a Mare e del consultorio di Diamante.

“In generale – mi ha detto – io penso che troppa tecnologia limiti la fantasia e la capacità di gestire le cose semplici della vita come, ad esempio, i piccoli interventi domestici. La classica sostituzione della lampadina per capirci”.

E in particolare, in merito ai contenuti dell’articolo che ha fatto accendere la mia lampadina di genitore preoccupato?

“L’articolo – mi ha risposto – è interessante oltre che veritiero. Nei primi 2 anni di vita il cervello va incontro ad un processo di iperplasia, cioè di moltiplicazione cellulare. In pratica aumenta esponenzialmente il numero dei neuroni quindi, in questa fase, molto suscettibili di interferenze di sviluppo sia funzionale che strutturale. Le capacità cognitive dei singoli dipendono dai circuiti sinaptici che con le esperienze si realizzano e che con il tempo poi si silenziano se non sollecitate. Le nostre conoscenze infatti si riducono di circa il 10 percento l’anno”.

Smartphone e affini: consigli utili

Allora è deciso: cellulari, smartphone, tablet e altro vietati categoricamente. Non se ne parla nemmeno. Ma le cose non stanno esattamente così.

“Ora – aggiunge De Lorenzo – per i primi 2 anni, concordo nella necessità di non esporre i bambini a questi stimoli o radiazioni. Poi vanno bene, ma con parsimonia e per un tempo limitato e per contenuti specifici come siti internet ad hoc. Anche perché fa parte di un adeguamento tecnologico. Certo, questi sistemi non devono diventare i baby sitter dei nostri bambini! I genitori devono dialogare con loro e fra loro. I bambini vanno portati in strada per svolgere quelle attività fisico – ricreative basilari che limitano l’utilizzo della tecnologia. Il resto è ben detto nell’articolo”.

Fin qui i bambini. Ma noi “grandi”?

“La cosa inquietante e drammatica – dice ancora De Lorenzo – è vedere spesso giovani coppie che in qualsiasi posto o locale si ‘dividono’. Nel senso che materialmente ci sono, ma con la mente sono impegnati ad utilizzare dispositivi portatili. Saranno i genitori di domani che hanno concepito i figli con il tablet o l’I-phone in mano”!


About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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