Si propende per la natura dolosa dell’incendio che nella notte ha devastato Monte San Biagio e minacciato l’area turistica del Cristo di Maratea. Le fiamme hanno lambito alcune abitazioni in località Santa Caterina e i beni architettonici e le attività turistiche presenti sulla sommità.
MARATEA – È molto probabilmente di natura dolosa l’incendio che, nella notte, ha interessato Monte San Biagio e il Cristo di Maratea.
Il rogo è ancora in corso. Il sindaco Domenico Cipolla è in costante contatto con la prefettura di Potenza per le operazioni di spegnimento che necessitano di interventi via aerea.
Dalle testimonianze raccolte oggi, l’incendio sarebbe esploso introno alle 17 di ieri pomeriggio da un punto all’altezza dell’ultimo belvedere lungo la strada che conduce al Cristo. Le raffiche hanno quindi sospinto le fiamme verso la sommità del monte minacciando l’area della statua del Redentore. Qui sono presenti la Basilica di San Biagio, i ruderi dell’antica Maratea e alcune attività turistiche.
A causa del vento, in seguito, l’incendio sarebbe sceso verso località Santa Caterina. Qui ha lambito alcune abitazioni private e costretto gli occupanti, circa venti persone, ad allontanarsi.
Lotta contro le fiamme e apprensione
Sul posto, ieri notte, è intervenuta una squadra di dieci unità della protezione civile Gruppo Lucano di Maratea e i vigili del fuoco di Lauria.
I primi ad entrare in azione sono stati i volontari della prociv. Stando a quanto ci ha riferito questa mattina il responsabile Giuseppe Muscatello, in attesa dell’arrivo dei pompieri, sono intervenuti per mettere in sicurezza la vasta area del Cristo Redentore.
A causa della conformazione della vetta di Monte San Biagio, la protezione civile non ha potuto avvalersi dell’ausilio dei propri mezzi meccanici antincendio. Per questo motivo i volontari hanno dovuto operare a mano con i flabelli. Il tutto per evitare che le fiamme arrivassero alle proprietà e ai beni architettonici dell’area.
“C’è amarezza – ha detto Muscatello – ma dobbiamo ritenerci fortunati per essere riusciti a preservare il bene storico più importante di Maratea, il Cristo, e tutto ciò che lo circonda. L’amarezza è dettata dal danno subito, inestimabile, ma anche – aggiunge il volontario – dal non poter da subito dare un nome e un cognome a chi ha causato tutto questo. Chi deve indagare, ora, si dia una mossa”.
Come detto, da più parti si propende per la natura dolosa dell’incendio. Già da questa mattina il monte presenta delle evidenti chiazze scure che hanno sostituito il verde. Segno della vegetazione andata letteralmente in cenere.
Chi avrebbe agito con l’intento di provocare danni ha potuto contare sul fatto che il piano antincendio per l’estate 2017 non è ancora operativo. E, sfortunatamente, che i vigili del fuoco, giunti sul posto intorno alle 20 e 30 fossero impegnati in un altro incendio.
L’incendio visto dall’alto
Nella parte superiore del Monte San Biagio, ieri, erano presenti poche persone. Tra queste il proprietario del ristorante la Taverna di Zu Cicco al Cristo. Anche da qui, intorno alle 17 e 30, sono partite le prime richieste d’intervento alle autorità competenti.
Ci sono stati momenti di apprensione – ci è stato raccontato – quando l’incendio si è diretto verso il ristornate ed il negozio di souvenir presenti ai piedi del Cristo. In particolare si è temuto che raggiungessero un bombolone del gas. Per questo motivo una parte delle operazioni di spegnimento è stato effettuato dal terrazzo del ristorante. I locali sono stati invasi dal fumo e dalla cenere ma, tolto questo, non si segnalano altri danni.
Anche in questo caso, i diretti interessati esprimono rammarico per i danni all’ambiente causati dall’incendio che, purtroppo, potrebbero avere ripercussioni anche sul turismo. Ma c’è anche sconforto per il tempo che è stato necessario per intervenire sulle fiamme. Se lo spegnimento fosse iniziato subito i danni avrebbero potuto essere meno ingenti.