Emessi 36 fermi da parte di Finanza e Procura di Paola
Coinvolti imprenditori, professionisti e un finanziere
DI GESTIONE
COSENZA – Questa mattina è scattata l’operazione della Guardia di Finanza, sotto la direzione della Procura di Paola, denominata “Coffe break”.
Le accuse vanno dalla truffa al riciclaggio ed alle false fatturazioni. Destinatari dei 36 provvedimenti di fermo, emessi dal Procuratore di Paola Bruno Giordano, e dal suo sostituto Eugenio Facciolla, molti imprenditori e professionisti del Tirreno cosentino. Tra i coinvolti, anche un sottufficiale della Guardia di Finanza.
Una vera e propria associazione per delinquere che aveva generato un complesso sistema di imprese fittizie funzionali allo scopo di emettere fatture false per un importo di circa 40 milioni di euro.
Con la documentazione fiscale prodotta riuscivano strappare rimborsi Iva non dovuti, ad abbattere il carico fiscale riducendo i ricavi da sottoporre a tassazione, ottenere finanziamenti pubblici e altre agevolazioni, offrendo a garanzia dei crediti le somme relative a transazioni economiche in realtà mai avvenute.
L’associazione offriva consulenze agli imprenditori sul come aggirare le leggi, documentazione fiscale falsa, istruzione degli atti burocratici necessari e controllava addirittura il personale che si occupava del buon esito della pratica.
Caso curioso, uno degli intestatari delle società fittizie, individuate dalla Finanza nell’ambito dell’inchiesta, sarebbe un uomo deceduto quattro anni fa. Il particolare e’ emerso nel corso della conferenza stampa svoltasi negli uffici della Procura paolana.
”Imprenditori che si prestano ad operazioni di questo genere – ha detto Bruno Giordano – inquinano anche il mercato legale. Questo e’ il motivo per cui siamo intervenuti con i decreti di fermo, per interrompere una spirale che rischiava di decentrare il prosieguo delle indagini e diventare, nel tempo, irrintracciabile. I 40 milioni di euro dnno la percezione della grandezza dell’operazione e dell’importanza dell’intervento. Dalle indagini non e’ emerso nessun collegamento con la criminalità organizzata”.