Niki avrebbe minacciato con un arma alcuni calciatori della Sanremese
Gli inquirenti sospettano che abbia utilizzato la stessa arma del delitto

DI ELISA SELVAGGI
SANREMO – Un nuovo colpo di scena sull’omicidio di Giovanni Isolani, il giovane ventunenne praiese ucciso in un negozio di ortofrutta in località San Martino a Sanremo lo scorso 16 dicembre.
Dalle indagini degli inquirenti liguri emerge che l’arma, mai trovata, che ha freddato Isolani sarebbe la stessa usata per minacciare alcuni calciatori della Sanremese calcio che, in seguito agli episodi intimidatori, avrebbero rescisso il contratto con la società prima del tempo.
Si pensa che sia la vittima che il venticinquenne Niki Trazza, principale indagato dell’omicidio, avessero preso parte a questa illecita attività per conto di un loro conoscente che, a sua volta, agiva per una terza persona. Isolani e Trazza erano stati visti un’ora prima del delitto allo stadio comunale di corso Mazzini.
I giocatori minacciati sarebbero Matteo Perelli, che ha lasciato la squadra a fine settembre del 2010, Kevin Koffi, che se ne è andato a fine dicembre, Fabio Visone, che ha smesso di giocare ai primi di gennaio e Roberto Carlos Sosa, allontanatosi a inizio anno.
“La classica bufala giornalistica senza riscontri e null’altro” commenta il presidente della Sanremese 1904, Marco Del Gratta che aggiunge: “Io non so assolutamente niente, chiedetelo a loro se sono stati minacciati”.
Intanto, nelle ultime ore, potrebbero essere stati consegnati gli esami balistici e le indiscrezioni potrebbero emergere proprio in seguito alla diffusione dei risultati scientifici. Pare che l’esame dell’ogiva rinvenuta sul luogo dell’omicidio basterebbe a confermare corrispondenze balistiche con la pistola usata per le estorsioni.
Viste le ultime indiscrezioni investigative il movente del delitto potrebbe virare verso un probabile dissidio nel contesto criminale. Per l’avvocato Luigi Petrone, difensore di Niki Trazza, la colpevolezza del suo assistito ancora deve essere provata.
