Il comparto ittico della pesca del novellame travolto dalla crisi
Mario Pirillo (Pd) si scaglia contro la commissione Pesca Ue
DI ANDREA POLIZZO
STRASBURGO – Pesca del novellame in piena crisi a causa della mancanza di autorizzazioni dall’Unione europea che provocano continui sequestri di pescato e attrezzature da parte delle forze dell’ordine e segnalazioni dei pescatori alle procure competenti.
Il periodo in cui solitamente questa attività è consentita va incontro al termine previsto per il 31 marzo e da Strasburgo, Mario Pirillo, europarlamentare del gruppo Pd, denuncia l’immobilismo e l’incapacità della commissaria Ue agli Affari marittimi e Pesca, Maria Damanaki.
“In Italia – ha detto il componente delle Commissioni europee Industria ed Ambiente – circa 700 imbarcazioni sono ferme in attesa di una decisione. Non resta che augurarsi – conclude Pirillo – un ravvedimento e avere almeno un’autorizzazione provvisoria”.
La proposta del permesso temporaneo è scaturita a seguito dell’incontro dei primi di febbraio tra una delegazione di europarlamentari italiani e la Damanaki, nel corso del quale la Commissaria europea alla Pesca ha fatto sapere di non poter adottare una deroga, attraverso una corsia preferenziale, alla normativa che limita la pesca del novellame, per l’insufficienza della documentazione scientifica trasmessa dal Governo italiano.
Oggi, l’ennesimo affondo di Pirillo per denunciare la crisi in cui il settore sta precipitando a causa dei continui sequestri mettendo a repentaglio il futuro di centinaia di pescatori.
Ne è convinta anche Legapesca che vede nella dichiarazione dello stato di crisi del settore da parte della Regione Calabria l’unica via percorribile per sollecitare una decisione comunitaria favorevole. L’ Associazione nazionale delle cooperative di pesca chiede anche l’attivazione dei sindaci calabresi per il problema derivante dal regolamento Mediterraneo, relativamente all’attività delle pesche speciali. “Il settore – rivela Legapesca – negli ultimi anni ha subito un meno 41% nella produttività, meno 25% nel fatturato e 17mila posti di lavoro in meno. In Calabria in particolare – rileva ancora Legapesca – tra il 2003 ed il 2008 é stata registrata una diminuzione delle imbarcazioni (- 110), un calo degli occupati (-770 unità), delle catture (-2.540 tonnellate) e del valore della produzione (-14 milioni di euro)”.