Secondo numero della rubrica Chiesa e giovani in dialogo
Muoversi verso un cammino nuovo fatto per giovani nuovi
DI DON FIORINO IMPERIO
TORTORA – Un giorno Harris e un suo amico andarono in edicola perché l’amico voleva comprare il giornale. Benché, come tutti i giorni, l’edicolante in questione fosse sgarbato e collerico, l’amico di Harris fu invariabilmente cortese nei suoi confronti, tanto che, congedandosi, gli augurò: “Buona giornata!”. Al che il poveretto, più scontroso che mai, rispose: “Non venire a dire a me come deve essere la mia giornata. Ho in mente ben altro”. Harris chiese: “Quel tipo è sempre così sgarbato?”. “Si, purtroppo”. “E tu sei sempre così gentile con lui?”. “Si, certamente”. “Ma coma fai ad essere sempre così gentile, se lui è sempre cosi scortese?”. L’amico di Harris tacque un momento, poiché la risposta gli sembrava evidente, poi disse: “Perché non voglio che sia lui a decidere come devo agire: lo devo decidere io. Vedi, io sono uno che agisce, non uno che reagisce”. (J. Powell, Alla scoperta di noi stessi)
Il racconto riportato è per noi davvero emblematico. Ci consegna l’atteggiamento interiore da assumere per muovere passi nuovi per un cammino nuovo fatto per giovani nuovi.
Agire, appunto, non reagire di fronte alle accuse ma soprattutto di fronte al fallimento. I nostri errori sono dei tentativi non riusciti, dei desideri da rettificare, non la prova del fatto che non valiamo niente.
Occorre fare passi nella verità e che rispondano ai desideri profondi di bene che albergano nel nostro cuore. Infatti, essere nuovi sta per “essere autentici”, realizzare quanto di più vero ci portiamo dentro e non aggiungere qualcosa a ciò che già siamo.
In effetti, viviamo nel mondo, credenti e non, per realizzare il miglior bene possibile e non per fare semplicemente ciò che è lecito.
Dobbiamo saper dire SI ad una vita veramente umana, mentre dire NO all’intollerabile. Non significa solo protestare ma piuttosto contestare cioè confrontare testa a testa. Mettere mano alla costruzione di una mentalità nuova non è facile ma è altrettanto vero che tutti desideriamo di esprimere la bellezza che portiamo nel nostro cuore.
Questo richiede di fuggire dalla logica del “così fanno tutti”, del “si è fatto sempre così”.
Occorre uscire dalla massa, che, per dirla con un esponente autorevole del nostro tempo, il sociologo Bauman, è un entità a-morfa, cioè senza forma per dare espressione alla vera identità che ciascuno di noi possiede. Sono certo che se ognuno di noi saprà scoprire fino in fondo chi è, non rinuncerà mai a coltivare tutto il bello che possiede. Un utopia? Voglio illudermi….
Vi abbraccio don Fiorino
Grazie della corrispondenza. Confermo tutt le tesi.. Sono tutte vere.. Pino hai ragione il mondo non è tutto bello, si soffre,si fatica, ect. Non mi illudo io. Però sono convinto che per optare per il bene bisogna ferne esperienza. Non si può passara dal male al bene senza sentirsi bene dentro. CHùhi incontra la verità di se stesso, sono convinto che farà di tutto per difenderla, costi quel che costi..
Letto e approvato !
Troppo spesso ci si imbruttisce nel ricambiare il “negativo” ricevuto.
Mi piace il concetto di autenticità e nel credere che c’è chi dice no al così fan tutti.
Grazie Don Fiorino!
Brava Angela!
Pino … aprire la porta alla Speranza ! Esatto !
Forse ci siamo,Problema – La ricerca del bene in tutte le sue manifestazioni. OK, bisogna per prima stabililire il piano della discussione e il punto di partenza. Mio umile punto di vista, piano generico,posizione pessimistica: più cerchi il bene, più scovi il male in un rapporto 1 a 999999999999…….salvo solo la speranza che ancora forse appartiene alla Chiesa(uso la maiuscoala perchè ancora ne nutro forte rispetto). IL pensiero di Don Fiorino va benissimo, sono daccordo, sopratutto con le ultime due paroline. Ciao. (nello spirito di Don Fiorino si invita a partecipare)
caro pino ti invito a rileggere il tuo commento.hai parlato di capacità di reagire che non c’è e di coloro che agiscono, pochi,e che agiscono male.E dove sono quelli che agiscono per il bene? io credo sia questo il problema.e allora seguiamo don Fiorino e cominciamo a far venire fuori tutto il bene che c’è in ognuno sempre e ovunque.
Il problema è più grande, poichè, ormai non si nemmeno reagisce, si semplicemente subisce, l’apatia domina, quindi a mio avviso si dovrebbe per prima riconquistare la capacità alla reazione.I pochi che agiscono, hanno gioco facile, e quando danno vita a situazioni che palesemente contrastano con il bene comune, la morale, tranquillamente continuano a persistere non trovando contrapposizione e alternativa; solo questo spiega il decadimento sociale e lo stato delle cose a cui siamo arrivati. Pino Maceri