Sanità calabrese da terzo mondo nel rapporto della bicamerale
Inerzia di Asp e Regione ma i responsabili rimangono impuniti
DI MARTINO CIANO
CALABRIA – 75 presunti casi di malasanità, un debito impossibile da quantificare se non con cifre approssimative, una rete ospedaliera inefficiente e incapace di gestire le risorse.
Ecco a voi la sanità calabrese nel rapporto della commissione d’inchiesta sugli errori e sul debito in sanità, presieduta da Leoluca Orlando.
Le perplessità maggiori sottolineate dal rapporto illustrato ieri alla Camera dei deputati è quello della quantificazione del debito, i bilanci delle strutture ospedaliere calabresi sono inaffidabili al loro interno divergenze e contraddizioni.
Inoltre c’è uno spropositato uso delle anticipazioni di cassa che vanno sommate all’illogico balletto di cifre di cui i documenti contabili sono zeppi. Nel mirino della commissione bicamerale anche l’ingente somma sborsata dalla Regione Calabria alla Kpgm, l’advisor che avrebbe dovuto occuparsi della quantificazione del debito sanitario calabrese.
“Un milione e mezzo di euro a carico della Regione con un’operazione – dice il rapporto – di dubbia legittimità”. A tutto ciò si aggiungano anche l’illegittimo acquisto di farmaci, di apparecchiature sanitarie inutilizzate, l’inosservanza delle norme in materia di appalti pubblici, fatture gonfiate per operazioni mai effettuate, ritardi di pagamento ai fornitori. E in questo i cittadini sono le vere vittime.
La relazione infatti cita casi specifici di malasanità avvenuti in Calabria, segnalando carenze professionali, umane e di attrezzature. “Morire di sanità in Calabria – continua il rapporto – è una triste possibilità”.
Troppi i trasferimenti da una struttura ospedaliera all’altra, senza nessun coordinamento tra centrale operativa del 118 e aziende sanitarie. Ultimo ma non meno importante punto critico la totale mancanza in Calabria di un sistema di gestione del rischio infettivo. Insomma la sanità calabrese è allo sfascio ma per la commissione bicamerale è allarmante l’inerzia della Regione e delle Asp e l’impunità dei responsabili.