Respinta richiesta sospendere l’autorizzazione della Provincia
Al Comune le spese legali pro La recuperi e Soprintendenza
DI ANDREA POLIZZO
TORTORA – Nuova tegola per il Comune di Tortora nella vicenda del capannone di San Sago.
Con una ordinanza del 12 ottobre il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha respinto la richiesta di sospensiva del permesso rilasciato dalla Provincia di Cosenza per la realizzazione dell’opera.
Resta aperta comunque la partita sulla richiesta di revoca dell’autorizzazione stessa, sulla quale ancora deve pronunciarsi il Tar Calabria.
La sezione quinta del Consiglio di Stato ha inoltre disposto il pagamento delle spese e degli onorari di questa fase a carico del Comune di Tortora ed a favore della ditta La recuperi Srl e della Soprintendenza ai beni ambientali ed architettonici, artistici e storici della Calabria.
In tutto, una somma i mille500 euro da corrispondere a metà tra le due parti presentatesi al grado di giudizio di fronte all’organo di Palazzo Spada.
Il ricorso è stato presentato al Consiglio di Stato dal Comune di Tortora, in persona del sindaco Pasquale Lamboglia, rappresentato e difeso dall’avvocato Giovanni Leone, contro
La recuperi, difesa dall’avvocato Giampaolo Raia, la Provincia di Cosenza, la Regione Calabria e l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza.
In questo procedimento si è costituita anche la Soprintendenza calabrese. Coinvolte ma non costituite, invece, l’associazione Praia-Ajeta-Tortora, il Consorzio turistico del Tirreno, le Proloco Praia A Mare e Tortora, l’Associazione italiana per il World Fund For Nature (Wwf), l’Arpacal, i comuni di Trecchina e Maratea, la Provincia di Potenza, la Regione Basilicata, l’Autorità di bacino interregionale, l’Autorità di bacino della Basilicata.
L’azione portata avanti dal Comune di Tortora puntava alla riforma dell’ordinanza cautelare del Tar Calabria concernente l’autorizzazione unica per la realizzazione e la gestione di un impianto di compostaggio di rifiuti e di recupero d’inerti.
“Considerato che allo stato – si legge nell’ordinanza del Consiglio di Stato – nell’appello cautelare non si ravvisano profili di censura idonei a togliere fondamento all’impugnata ordinanza, che va dunque confermata in questa sede (alla luce dei prevalenti interessi pubblici sottesi agli atti gravati, rispetto a quelli privati azionati in questa sede giurisdizionale), a spese ed onorari della presente fase liquidati come in dispositivo”.
l’unica soluzione un ordinanza del sindaco non perdiamo tempo. Sindaco solo lei tiene i poteri per risolvere quasta situazione il territorio è nostro lei è la massima espressione del nostro paese baste con queste scenette.