TORTORA – Francesco Rovito è finito in manette. Lo scorso lunedì 12 dicembre, i carabinieri di Rende e della compagnia di Scalea hanno arrestato il 37enne rendese (foto) amministratore unico della Alto Tirreno cosentino Spa, ditta che gestisce la raccolta dei rifiuti in molti comuni della fascia tirrenica.

A emanare la misura cautelare il gip di Paola Carmine De Rose su richiesta del procuratore Bruno Giordano a seguito delle indagini svolte per accertare irregolarità nella gestione di alcuni siti di trasferimento temporaneo dei rifiuti. Al momento, Francesco Rovito si trova nel carcere di Cosenza.
I fatti contestati risalgono al periodo da marzo a luglio del 2011 e sono stati accertati da un pool di forze dell’ordine costituito dai carabinieri di Scalea, dalla sezione di polizia giudiziaria nucleo ambiente presso la procura di Paola, dalla polizia provinciale di Cosenza e dalla polizia municipale di Tortora.
In riferimento a quanto avvenuto a Tortora lo scorso 3 marzo, come raccontato da blogtortora.it, Francesco Rovito è accusato di aver scaricato in modo incontrollato e senza autorizzazione rifiuti indifferenziati provenienti da alcuni comuni dell’Alto Tirreno cosentino in un sito a Tortora preposto al solo recupero e trattamento di rifiuti ceramici ed inerti. L’arrestato avrebbe realizzato una stazione di trasferenza di rifiuti solidi urbani in una area, nei pressi del fiume Noce, sottoposta a vincolo sismico, idrogeologico, archeologico ed ambientale.
“Rovito – è scritto nel comunicato stampa dei carabinieri – dovrà rispondere di questa e di altre condotte illecite eseguite in un medesimo disegno criminoso fra cui quelle di aver smaltito, in località Pantano di Scalea, in completa assenza di autorizzazione, circa mille200 metri cubi di rifiuti di vario genere tra cui pericolosi, quali batterie al piombo, lastre cemento-amianto e pneumatici in disuso, sversandoli su nudo terreno; abbandonato, in modo incontrollato, rifiuti di vario genere su un terreno ubicato in località Piano dell’Acqua dove era stata autorizzata una stazione di trasferenza nella sua disponibilità ed al servizio di vari comuni costieri, funzionante in assenza di sistemi di raccolta delle acque meteoriche e percolato, in violazione delle norme antincendio e di sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché liberando in atmosfera esalazioni maleodoranti, più volte oggetto di numerose lamentele e proteste di cittadini di questo centro nell’estate del 2010; omesso di provvedere al ripristino dello stato dei luoghi, ordinato dall’autorità giudiziaria di Paola e dal commissario straordinario per l’emergenza dei rifiuti in Calabria, e di adeguare alla normativa vigente i citati terreni e stazioni di trasferenza in sequestro ed aver proseguito la citata illecita attività, scoperta e documentata dai carabinieri operanti in violazione dei sigilli ed usando una nuova area a cielo aperto priva di qualsiasi autorizzazione ubicata in località Piano delle Rose di Santa Domenica Talao nuova sede della società”.
Secondo gli inquirenti le analisi svolte nelle aree in questione hanno rilevato la presenza di materiale inquinante tra cui idrocarburi, percolati e fibre di amianto. Sui terreni è ora in corso la bonifica da parte dell’Arpacal.
