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Bolkestein, il 3 agosto ombrelloni chiusi

TORTORA – Ombrelloni chiusi il 3 agosto per protestare contro la direttiva Bolkestein.

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I 30mila imprenditori balneari di tutte le maggiori sigle sindacali italiane hanno deciso di incrociare le braccia nel primo venerdì del mese di agosto.

La singolare protesta contro il Governo italiano, reo di non intervenire con forza per chiedere all’Ue una deroga alla direttiva Bolkestein la quale prevede che, dal 1 gennaio 2016, tutte le concessioni balneari vadano all’asta.

L’agitazione è stata decisa oggi dai sindacati di categoria, Fiba-Confesercenti, Sib-Confcommercio, Cna, Balneatori, Assobalneari Italia-Confindustria, insieme ad un pacchetto di iniziative che verranno attuate nel corso del mese di agosto su tutte le spiagge.

Le organizzazioni chiedono all’esecutivo la riapertura del tavolo di confronto per redigere un documento condiviso con le misure da mettere in campo per superare la condizione di difficoltà che sta paralizzando il settore balneare già fortemente provato dagli effetti della crisi economica.

Le associazioni di categoria hanno invitato le istituzioni locali ad unirsi alla manifestazione di protesta contribuendo così a dare visibilità ad una situazione che sta mettendo a rischio imprese e posti di lavoro. Il prossimo 3 agosto gli stabilimenti balneari rimarranno chiusi per protesta fino alle ore 11. Saranno regolarmente garantiti i servizi di salvataggio.

“Questa – chiarisce il vicepresidente del Sib, il Sindacato italiano balneari, Graziano Giannessi, titolare del bagno Nettuno a Viareggio – è la prima iniziativa di una serie. Dal 4 agosto tutte le nostre associazioni saranno sul piede di guerra con varie manifestazioni: dal tuffo in mare alla cocomerata, per coinvolgere i nostri clienti, come abbiamo già fatto lo scorso anno, in questa battaglia. Non vogliamo dare loro disagi, ma far condividere le nostre problematiche. Gli stabilimenti sono anche dei clienti che non vogliono l’autogrill sul mare. Noi vogliamo mantenere la storicità delle nostre imprese”.

Una cosa sembra certa: non è colpa dell’Unione europea, ma del Governo italiano descritto dai balneari come “silenzioso e immobile”.

“Crediamo di sapere quali sono gli interessi che vi sono dietro: si chiamano multinazionali. Ma a noi – aggiunge Giannessi – chi ripaga gli investimenti fatti e i mutui contratti?”.

Un Governo che si nega al dialogo.

“È dal 23 febbraio – incalza Vincenzo Lardinelli, presidente della Fiba-Confesercenti – che non abbiamo più nessun dialogo con il Governo, nonostante l’impegno da parte dei ministri Gnudi e Milanesi a lavorare con la categoria alla stesura di un provvedimento per la disciplina delle concessioni. Nonostante i rumors che danno per già pronto il provvedimento – prosegue – ancora stiamo aspettando di conoscerne il contenuto e quindi non ci resta che avviare una stagione di protesta per richiamare l’esecutivo al rispetto degli impegni presi”.


About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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