MORMANNO – Non una battaglia per la dichiarazione dello stato di emergenza, ma per danni e prevenzione.

È il pensiero del Capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, intervenuto nuovamente sullo sciame sismico che interessa il Pollino. L’area del Parco nazionale a cavallo tra Calabria e Basilicata, funestata negli ultimi due anni da oltre duemila scosse, si lecca ancora le ferite del terremoto di venerdì 26 ottobre scorso.
A seguito dei danni provocati agli edifici pubblici e privati dalla scossa di magnitudo 5, dalla politica locale e fino agli europarlamentari della circoscrizione Sud è stato unanime il coro per richiedere la dichiarazione dello stato di emergenza.
Ma, al momento senza alcun risultato. Il territorio, intanto, attende l’esito della riunione romana di giovedì prossimo quando la delegazione dei sindaci incontrerà il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Antonio Catricalà.
Della delegazione farà parte anche il presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra per dare maggiore forza – ha dichiarato – al prospetto delle criticità dei comuni da Mormanno a Rotonda colpiti dal sisma”.
Necessità, dunque, che Gabrielli ha però messo in secondo piano.
“Nel Pollino – ha dichiarato il capo della Protezione civile – ci sono due questioni importanti che non hanno a che fare con lo stato di emergenza. Parliamo del ristoro dei danni – ha proseguito – e in questo sono un grande fautore dell’assicurazione obbligatoria, che è un tema da affrontare. Inoltre – ha poi concluso Gabrielli – c’é il problema della prevenzione strutturale. Servono investimenti per mettere in sicurezza il territorio, questo è la battaglia importante e non quella per lo stato di emergenza”.
