TORTORA – 14 miliardi di euro saranno tagliati al settore della sanità italiana nei prossimi tre anni, 250 strutture private pronte a chiudere, 12mila tra medici e infermieri a casa e 300mila ricoveri in meno.
Numeri allarmanti, che parlano di un ambito pronto a collassare, e in parte contenuti in Ospedali e salute 2012, rapporto sulla sanità a cura dell’Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata, giunto alla sua decima edizione e presentato di recente.
A rischio, soprattutto, alcuni sistemi regionali come quello calabrese. Il decreto sugli standard, all’esame della Conferenza Stato-Regioni, prevede la chiusura delle strutture private con meno di 80 posti letto. Immediata conseguenza, una emorragia di posti lavoro e di ricoveri.
“I tagli predisposti non sono sostenibili – ha dichiarato il presidente Aiop Gabriele Pelissero –. È necessario che pubblico e privato si uniscano in un progetto di salvataggio finanziario del Servizio sanitario nazionale”.
D’accordo anche il presidente della Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere la Fiaso, Giovanni Monchiero che sulle cifre mastodontiche sei tagli futuri ha parlati “obbiettivo irraggiungibile” e lanciato un allarme sulla copertura dei costi: “Già a dicembre – ha infatti dichiarato – molte aziende sanitarie locali non pagheranno i fornitori e potrebbero essere a rischio anche le tredicesime del personale”.
A rimetterci, ancora una volta, i cittadini che, anche per la sanità saranno costretti a mettere mano al portafogli. Qualche numero:
gli italiani che ‘comprano sanità’, ogni anno sborsano 40 miliardi euro, ovvero il 2 percento del Pil nazionale. Il costo dei ticket per visite, prestazioni specialistiche e farmaci cresce di anno in anno. Il 18 percento degli italiani quest’anno ha rinunciato a curarsi per ragioni economiche. La quasi totalità della popolazione pare certa sul principale effetto della Spending review: più costi e meno servizi.