Processo Marlane, trattativa sfumata

PRAIA A MARE – Sembra sempre più avviata verso il fallimento la trattativa per il risarcimento delle parti civili costituite nel processo Marlane in corso di svolgimento presso il tribunale di Paola.

Fonti vicine al collegio difensivo di alcuni dei soggetti citati per la responsabilità civile, ovvero la Marzotto e l’Eni, riferiscono di questa possibilità.

A determinare la presunta interruzione del tavolo dei negoziati gli sviluppi della vicenda registrati nelle ultime settimane. A dare una concreta spallata alla trattativa, in particolare, la richiesta di una nuova perizia ambientale all’interno dell’ex fabbrica tessile di Praia a Mare e nei terreni circostanti disposta dal presidente del tribunale di Paola, Domenico Introcaso, nella seduta dello scorso venerdì 18 ottobre.

La nuova ricerca di prove certe, affidata a un pool di quattro tecnici, potrebbe essere stata interpretata dal collegio difensivo come sconfessione del lavoro svolto fin ora da Pm e accusa.

La trattativa, secondo indiscrezioni, era stata avviata su pressioni dell’Eni, desiderosa di chiudere il caso al più presto limitando al contempo le spese di un processo come quello in corso a Paola.

Fonti di stampa, di recente, hanno riferito di una proposta prossima ai 30mila euro di risarcimento per ognuna delle oltre 200 partici civili costituite. Dunque, una somma prossima ai 6milioni di euro e comunque distante anni luce dalle richieste formulate all’inizio del processo con pretese che, in alcuni singoli casi, superano abbondantemente il milione di euro.

Inoltre, un primo colpo ai negoziati era stato dato, qualche tempo prima, dalla sentenza della Corte di Cassazione sulla causa civile tra l’ex tuta blu Luigi Pacchiano e la Marzotto. La sezione Lavoro della suprema corte, infatti, ha ribaltato i gradi di giudizio precedenti che avevano riconosciuto il nesso tra patologia tumorale dell’ex operaio e le sostanze coloranti utilizzate nei processi produttivi.