TORTORA – Tre persone sono indagate per reati ambientali a seguito del sequestro preventivo dell’impianto di depurazione in località San Sago di Tortora disposto dal Gip di Paola e operato ieri dai finanzieri del comando provinciale di Cosenza.
Si tratta dell’amministratore unico e rappresentante legale, di un suo collaboratore e del direttore tecnico della Ecologica 2008 Srl, società che gestisce il depuratore della contrada tortorese nella Valle del Noce.
Per tutto il periodo necessario, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Paola, Carmine De Rose, ha disposto come custode giudiziario il comandante della polizia municipale di Tortora.
L’impianto accusatorio per i tre indagati è piuttosto complesso. In sintesi gli amministratori dell’impianto avrebbero attratto nel sito di San Sago enormi quantità di rifiuti speciali non pericolosi, prevalentemente percolato, in misura eccedente a quanto consentito dall’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata alla ditta dalla Regione Calabria. Gli investigatori hanno accertato che il limite imposto di 300metri cubi giornalieri è stato più volte superato nel periodo oggetto delle indagini, dal 2009 al 2013. Il percolato non veniva trattato ma, mediante tubazione volante, veniva immesso direttamente nel torrente Pizinno, affluente del Noce, e da quest’ultimo, dunque in mare. La ditta, in questo modo, abbatteva i costi di gestione procurandosi un ulteriore arricchimento a danno dell’ambiente circostante e della salute pubblica.
Tanto risulterebbe al Gip dalle indagini svolte dalle procure di Paola e di Lagonegro, quest’ultima in provincia di Potenza, dal nucleo ambientale della procura paolana, dai carabinieri di Lagonegro e dai finanzieri di Paola e Cetraro.
Oltre che dalla documentazione relativa ai rifiuti arrivati a San Sago da alcune regioni del Sud Italia, la decisione del Gip di Paola poggia sugli accertamenti sul posto svolti dagli investigatori.
In particolare il Nucleo ambientale della Procura di Paola e i carabinieri del Norm di Lagonegro, il 10 gennaio del 2012, hanno documentato uno degli sversamenti illeciti contestati alla ditta. Le immagini realizzate mostrerebbero lo scarico direttamente nel torrente Pizinno di ingenti quantità di liquido marrone, che avrebbero modificato il colore del corso d’acqua e generato schiume. L’ispezione conseguente nell’impianto avrebbe portato alla luce il sistema di by-pass.
Il sequestro preventivo del depuratore di San Sago è stato accolto con soddisfazione dall’amministrazione comunale di Tortora che la prossima settimana discuterà dei recenti sviluppi in un Consiglio comunale straordinario aperto alle amministrazioni e ai cittadini della Valle del Noce nel corso del quale proporrà alle autorità competenti la revoca immediata delle autorizzazioni ad operare alla ditta che gestisce il depuratore.