PAOLA – Marlane, la superperizia non è stata presentata.
Rimane ancora un mistero il lavoro svolto dal pool di esperti nominati dal Tribunale di Paola.
Il termine ultimo di consegna era stato fissato per il 22 aprile, ma nessun documento è pervenuto al presidente del collegio, Domenico Introcaso.
Pertanto, non solo il prossimo 2 maggio si potrebbe chiedere di dichiarare nulla la perizia, in quanto nella stesura della stessa nessuno dei consulenti nominati dalle parti per seguire il lavoro del pool è stato mai coinvolto, ma negli effetti non potrebbe nemmeno essere posto ad analisi del Tribunale il lavoro svolto in questi sette mesi in quanto assente.
I periti hanno ricevuto due mandati. Il primo dei quali non portato a termine è stato oggetto di contestazione del presidente del Tribunale (che ha diffidato l’equipe di tecnici) in quanto gli stessi non hanno comunicato in tempo utile nulla al collegio. Il secondo invece ricevuto a fine anno ha avuto una proroga di 30 giorni.
Il pool di esperti composto dai dottori Giuseppe Paludi (Napoli), Piergiacomo Betta (Alessandria) Pietro Colomba (Roma) e dalla professoressa Maria Trassi (Napoli)
doveva innanzitutto verificare se si è configurato o meno un disastro ambientale.
Accertare poi la denominazione delle sostanze utilizzate e gli effetti di ciascuna considerata nella interazione dinamica con le altre nel processo produttivo.
Doveva altresì ricostruire l’ambiente e le condizioni di lavoro in correlazione alle sostanze indicate considerate in correlazione dinamico produttiva incidenti sul contesto relazionale-ambientale e indicare: “La peculiarità di reparti e settori dell’edificio destinato a fabbrica in riferimento alla patologie accertate; l’esistenza di strumenti e presidi di tutela della salute dei lavoratori. Esaminare infine i residui di lavorazione (se sussistenti) quali fibre elementi fissati nell’ambiente e nelle strutture impianti, macchinari dell’immobile destinato ad attività produttiva”.
Bisognava quindi verificare la sussistenza delle patologie indicate nei capi di imputazione e nelle contestazioni suppletive con riferimento a tutte le persone offese, i tempi di manifestazione e di accertamento delle stesse in particolare correlazione temporale con la prestazione lavorativa per ciascuna posizione.
Il pool doveva anche stabilire per ciascuna sostanza “l’organo bersaglio” e se l’esposizione alle sostanze abbia o meno accelerato la malattia.
Il pool ricordiamo che nel richiedere una proroga per la consegna dei risultati di indagine, ha svelato un forte ritardo nel lavoro.
Aveva riscontrato difficoltà di individuare i componenti chimici utilizzati e poi ritardi di Inps e Inail in ordine alla trasmissione dei nominativi dei soggetti di interesse nell’indagine epidemiologica. Adesso i nuovi dubbi sui reiterati ritardi.