TORTORA – Si è spento questa mattina intorno alle 3 il concittadino Biagio Laino, ex consigliere di maggioranza nel periodo di governo cittadino della Giunta dell’ex sindaco Giuseppe Silvestri.
Lascia la moglie e quattro figli.
Laino era malato da tempo. L’aggravarsi delle sue condizioni avevano indotto il ricovero, il giorno prima a Lagonegro, e poi a Potenza, presso l’ospedale San Carlo.
Impiegato presso il Consorzio di Bonifica Valle Lao, tra gli Anni ’90 e 2000 aveva avviato un ristorante e poi un forno nella frazione montana di San Quaranta.
Ai familiari le condoglianze della redazione di blogtortora.it.
La morte di Biagio, cosi come la morte di altri amici come lui, ci pone in modo drammatico di fronte d un interrogativo straziante che si alimenta ogni giorno di una sfiducia disarmante e in continua evoluzione nei confronti del regime sanitario locale e calabrese. Siamo di fronte ad un vero e proprio dilemma, per troppo tempo esso stesso assoggettato e condizionato dalla mancanza di risposte sul territorio, sia in termini di responsabilità oggettive, che di risoluzioni pratiche, reali, moralmente accettabili, legalmente accessibili, liberamente usufruibili. La verità oggi è una tragedia che sembra non trovare riscontro nemmeno nella giustizia, perché la morte o la malattia stessa di una persona, qualsiasi sia la sua condizione sociale e lo stato in cui si trova, in questa porzione di Paese, quando si presenta non da sconti al futuro, ne risparmia ritardi nel presente. Siamo in balia di una status comatoso del sistema, di un lento declino nel nulla, come legati al giogo di dirigenti e parametri che non rispondono e non dispongono di grazie. Nessuno può risparmiarsi questa assurda agonia che cancella, oltre che la vita delle persone care, la dignità e l’umanità collettiva del nostro popolo. E’tardi e mi rendo conto che per troppo tempo siamo stati a guardare e a cercare quelle risposte che lo stesso Biagio cercava quando occorreva aiutare qualcuno per curarsi e alleviarsi il dolore di una malattia in questo territorio e sebbene non sia questo il tempo giusto per riprendere la lotta, nel silenzio profondo che tristemente alimenta rabbia e rispetto, occorre meditare e riflettere su una risoluzione ad un dilemma che non può trovare risposte in questo modo, ma soprattutto che deve cessare di ripetersi, qui, adesso, subito, per noi stessi, per il nostro presente e il nostro futuro. Ancora una volta Ciao Biagio… Antonio Pappaterra
se qualche medico aveva fatto bene il suo lavoro forse mio zio ancora era in vita, oppure se qualche aspedale lo avevono ricoverato prima forse mio zio era ancora in vita visto che la sanita funziona bene nel sud lo anno fatto morire ,R.Giuseppe
Codoglianze a fam, mi dispiace pet te Biagio