Ospedale di Praia a Mare: i particolari della sentenza
PRAIA A MARE – Le contrade montane, le condizioni della viabilità e la popolazione in estate sul territorio. Sono gli elementi risultati decisivi nella recente decisione del Consiglio di Stato sulla riconversione dell’ospedale di Praia a Mare.
In buona sostanza, si tratta delle istanze che la popolazione, attraverso i comitati civici sorti spontaneamente per opporsi alla chiusura dell’ospedale praiese, ha sempre posto all’attenzione degli organi preposti.
Dopo due anni di lotte e ricorsi giudiziari, la sentenza di Palazzo Spada rappresenta per tutti, sull’Alto Tirreno cosentino, la prima vera risposta ad esse.
Ieri, infatti, è stata depositata la sentenza dell’organo giurisdizionale che ha annullato il decreto 18/2010 del Commissario ad acta per il Piano di rientro dai disavanzi del Servizio sanitario regionale della Calabria nella parte in cui “Dispone – si legge nella sentenza – che il presidio ospedaliero di Praia a Mare sia trasformato in ospedale di distretto, o Capt, con il conseguente travolgimento anche delle ulteriori successive disposizioni legate da vincolo di presupposizione”.
Nel suo giudizio, la terza sezione del Consiglio di Stato, basandosi sulle memorie difensive delle parti, ha dunque ritenuto fondate le argomentazioni degli appellanti.
Alcuni comuni del bacino di utenza della struttura di Praia a Mare presentano frazioni montane per le quali le distanze dallo spoke di Cetraro – Paola e i tempi di percorrenza dei collegamenti viari non rispettano gli standard stabiliti dai Lea, i Livelli essenziali di assistenza sanitaria. I casi citati dalla sentenza sono quelli dei comuni di Tortora, Aieta, Papasidero e Orsomarso dedotti dalle relazioni fornite dagli uffici tecnici comunali e allegate alla memoria difensiva dei comuni stessi presentata a ottobre del 2013 dall’avvocato Giovanni Spataro.
“In questo modo – motiva il Consiglio di Stato – non viene garantito il rispetto dei Lea e dei criteri generali organizzativi del Piano di riordino della rete emergenza/urgenza” laddove era previsto uno Spoke ogni 150mila abitanti o anche meno se i tempi di accesso ad uno Spoke superano i 60 minuti. Il giudice ha inoltre riconosciuto che a questa condizione di non rispetto contribuisce anche il fatto che, per alcuni servizi sanitari, bisogna fare i calcoli su Paola, non su Cetraro, e dunque aggiungere 23 chilometri e 25 minuti.
Nella decisione, inoltre, avranno pesato i dati sulla popolazione dei 15 comuni del bacino afferente all’ex ospedale di Praia a Mare: 60mila abitanti circa che, nel periodo estivo, con la presenza di turisti, salgono a 500mila.
Non ho parole per esprimere i miei sentimenti verso questa persona è il partito che lo sorregge. e le persone che lo votano.