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Tortora, Tranchino: “Vi svelo il nuovo Museo di Blanda”

GS_inside_arTORTORA – Il Comune di Tortora ha pubblicato il bando per la realizzazione del nuovo Museo di Blanda.


L’ufficio stampa comunale ha spedito agli organi di informazione una intervista al consigliere Sergio Tranchino, delegato alla Cultura che inizia proprio dall’articolazione del bando.

“Partendo dal presupposto che le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, unitamente ai sistemi multimediali interattivi, offrono al settore dei beni culturali nuovi strumenti per la fruizione del patrimonio culturale e la valorizzazione del territorio, il Comune di Tortora intende installare all’interno del museo, oltre alle solite vetrine e alla pannellistica tradizionale, una serie di exhibit multimediali che permettano di rappresentare i reperti archeologici “eccellenti” mediante modelli virtuali. La conversione di tutte le tipologie di contenuti culturali in formati digitali apre una dimensione completamente nuova per chi voglia raggiungere tanto il pubblico tradizionale quanto un pubblico nuovo. La riproduzione virtuale si presenta dunque come un potente strumento capace di comunicare in modo diretto qualcosa che in realtà non c’è più o che si trova lontano nel tempo e nello spazio”.

Di seguito, Tranchino si concentra sulle aspettative che l’amministrazione nutre sull’accoglienza di queste novità da parte dei fruitori del museo.

“Noi vogliamo raggiungere una tipologia di visitatori quanto più vasta ed eterogenea possibile, ma siamo convinti che anche i cultori della materia, gli addetti ai lavori insomma, apprezzeranno questo genere di esposizione.

Lo scopo principale dell’allestimento multimediale che verrà installato è di fornire al pubblico la possibilità di acquisire una serie di contenuti storico/archeologici in maniera innovativa ed accattivante. L’allestimento dunque permetterà ai visitatori del museo di vivere un’esperienza formativa, di tipo interattivo, sul tema dell’archeologia nel territorio di Tortora.

L’allestimento è, infatti, progettato per raggiungere un pubblico quanto più eterogeneo, poiché è prevedibile che sarà utilizzato sia dai turisti che dalla popolazione locale, sia dalle scolaresche di scuola primaria e secondaria che dagli studiosi. Per ampliare l’offerta del museo e favorire la presenza anche di turisti stranieri, le informazioni fornite ai visitatori saranno prodotte in diverse lingue, oltre a quella italiana”.

Alcuni particolari.

“L’allestimento multimediale che verrà installato sarà unico nel suo genere, in quanto frutto dell’attività di ricerca e sperimentazione di uno spin off dell’Università della Calabria, la 3DResearch, che da anni opera nel settore del digital heritage, l’archeologia virtuale.

Nel dettaglio, l’allestimento si comporrà di un sistema di realtà virtuale stereoscopico che sarà installato in una delle sale del museo, cinque installazioni 3D interattive (una per ogni stanza del museo) ed una app per smartphone scaricabile dal web con la funzione di audioguida interattiva all’interno del museo e con funzione di comando dei contenuti multimediali presenti nelle installazioni 3D. Il sistema di realtà virtuale consisterà in uno schermo da 55” per la visualizzazione stereoscopica di contenuti tridimensionali interattivi, gestito mediante una consolle di comando tipo touch. In esso saranno visualizzabili tutti i contenuti 3D che verranno prodotti e sarà possibile visualizzarli mediante occhialini stereoscopici per una visione estremamente coinvolgente. Nelle rimanenti cinque stanze del museo verranno installate delle postazioni 3D interattive costituite da una TV e da un tablet ad alte prestazioni. Su tali installazioni verranno proiettate immagini e testi relativi ai reperti esposti nella medesima stanza. Tali exhibit saranno, inoltre, gestibili mediante smartphone o tablet da parte dei visitatori. Essi, infatti, potranno utilizzare il proprio dispositivo mobile per visualizzare i modelli 3D relativi ad alcuni dei reperti più significativi presenti nella stanza ed utilizzare il proprio smatphone per ruotare, ingrandire il reperto che sarà stato selezionato mediante apposita app.

L’app per smatphone che verrà realizzata sarà scaricabile gratuitamente dai siti Apple o Android e consentirà al visitatore di utilizzare il proprio dispositivo come una audioguida interna al museo mediante QRCode posizionati nelle vetrine. Sempre mediante la stessa app sarà possibile utilizzare il proprio telefonino per controllare i contenuti presenti in tutte le installazioni multimediali del museo, creando così un percorso museale unico nel suo genere ed estremamente coinvolgente.

I contenuti 3D saranno ottenuti dalla digitalizzazione di una selezione di reperti “eccellenti” utilizzando tecniche tali da permettere al visitatore di percepire anche il più piccolo dei dettagli di forma e colore.

L’allestimento prevede la digitalizzazione di 30 reperti archeologici, il rudere del mausoleo di Blanda Julia e la base della statua in onore di M. Arrius Clymenus. Verrà inoltre modellata in 3D una delle tombe della Necropoli di S. Brancato di Tortora per la contestualizzazione dei reperti”.

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About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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One comment

  1. Credo che trovare una sede adatta in marina darebbe più visibilità all’opera, peraltro meritoria. Il mantenimento di una struttura museale in questo centro storico, malamente accessibile e senza portare alcun vantaggio a questo, sia di freno allo sviluppo dell’operazione, la cui utilità viene dichiarata dal numero di visitatori nell’arco dell’anno. Azzarderei la possibilità di ristrutturare il capannone di deposito dei mezzi comunali sulla via per Tortora paese, attrezzandola di ampio parcheggio, rendendo sicuramente più accessibili le visite; trasferendo i mezzi nei dintorni dell’Isola Ecologica alla Falconara. Tra l’altro la prossimità di questa struttura agli scavi del Palecastro (peraltro niente curati) la renderebbe inserita nel suo habitat migliore, sicuramente più indicato che il palazzo attuale, costruito, come tutto il centro, centinaia di anni dopo la residenza dei pezzi repertati e dati in visione.
    È un parere personale, che sarà probabilmente demolito da motivazioni più valide di questa qui presentata.