CETRARO – L’intero territorio del Tirreno cosentino rischia di rimanere senza il servizio di Risonanza magnetica per oltre 6 mesi.
Alla base del disservizio i continui guasti ai macchinari del reparto di Radiologia del Iannelli di Cetraro. L’utenza del territorio, per esami diagnostici anche urgenti, deve rivolgersi all’Hub di Cosenza.
Le continue avarie – come già riportato a marzo scorso – sarebbero ancora generate dai guasti all’impianto di condizionamento, indispensabile per il funzionamento dei macchinari e sui quali il direttore dello Spoke Paola – Cetraro, Vincenzo Cesareo, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Paola.
Non solo. A Cetraro, la Risonanza magnetica è erogata da un impianto obsoleto per di più ottenuto assemblando parti di diversi macchinari. Una circostanza questa – riferiscono fonti vicine alla struttura cetrarese – che scoraggerebbe le ditte addette alla manutenzione a prenderla in affidamento. Per questo motivo, ad ogni guasto, i tempi per le riparazioni si dilatano.
Il risultato scaturito da questa situazione è che la dirigenza sanitaria starebbe valutando la possibilità di non effettuare gli ennesimi interventi di riparazione, già finanziati per 60mila euro dall’Asp. In definitiva, verrebbe considerato meno dispendioso attendere l’installazione del nuovo macchinario da 1,5 Tesla per il quale l’azienda sanitaria ha già definito le procedure di gara come per il Capt di Praia a Mare.
Ma i tempi per gli appalti e per l’impianto dei macchinari diagnostici potrebbero condurre a riavere il servizio sul territorio non prima del 2015.
Lo scenario fin qui ipotizzato prevede ancora sacrifici, logistici ed economici, per l’utenza di un territorio, quello del Tirreno cosentino, pesantemente penalizzato dalle scelte effettuate dal legislatore sulla riorganizzazione del servizio sanitario.
Andrebbe inoltre aggiunto che – come ha sottolineato l’esponente di Autonomia e diritti, il cetrarese Mirko Spanò – la migrazione verso l’Annunziata di Cosenza dei pazienti del Tirreno cosentino va ad allungare oltre modo le liste di attesa già di per sé poco snelle.