VERBICARO – Arturo Riccetti è stato destituito dalla carica di presidente del Consiglio d’amministrazione della Bcc di Verbicaro perché privo dei requisiti necessari.
È quanto si apprende da una nota della banca stessa in possesso dell’avvocato Ugo Vetere, legale difensore di Riccetti, nella quale si chiarisce che la dichiarazione di decadenza del presidente eletto dai soci a maggio scorso è avvenuta proprio nel corso del primo Cda del nuovo corso: quello del 2 giugno passato alla cronaca per i tanti veleni.
Nella nota – a firma del direttore De Bonis – si leggerebbe che in quella seduta il Cda avrebbe provveduto alla verifica dei requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza di Riccetti, concludendo per la decadenza.
Sulla vicenda, il diretto interessato ha sempre denunciato l’esistenza di due verbali. Uno redatto alla sua presenza in qualità di presidente del Cda dal quale, per’altro, non si desumerebbe alcuna decadenza. Ed un altro “non ufficiale”, redatto, secondo l’accusa, nella stanza del direttore De Bonis nelle concitate ore del Cda del 2 giugno.
Sarebbe dunque questa la mossa – sempre secondo l’accusa – per destituire Riccetti spianando così la strada – secondo la più diffusa interpretazione dei fatti – al presidente uscente e battuto da Riccetti nelle elezioni di maggio, Giuseppe Zito.
“Anche presso la Camera di commercio di Cosenza – scrive in una nuova diffida Vetere – risulta che il verbale non ufficiale del 2 giugno non è reperibile. Da un visura – aggiunge – si presume da un protocollo di due giorni dopo che l’impresa è in fase di aggiornamento e dunque gli organi sociali sono quelli del precedente Cda. Come se l’elezione del 5 maggio non fosse mai avvenuta”.
La richiesta del legale alla magistratura (del caso, in queste ultime ore è stata investita anche La Dda di Catanzaro) agli organismi di controllo bancario e alle forze dell’ordine è, ancora una volta, di ottenere l’ormai famigerato verbale del Cda del 2 giugno per impugnarlo in tribunale poiché ritenuto illegittimo.
Copia del documento che, unitamente ai verbali di altre due sedute del Cda svoltesi nel frattempo, l’ultima ieri, giovedì 19 giugno, non vengono consegnate.
Proprio alla seduta di ieri ha partecipato il consigliere Battista Pignataro, che affianca Riccetti in questa battaglia legale per il controllo dell’istituto di credito cooperativo, e ha avanzato nuova richiesta per l’ottenimento dei documenti. Richiesta negata.
“La magistratura – scrive ancora Vetere – comprenderà che dietro l’omesso rilascio di quanto richiesto si nascondono irregolarità oltre che la commissione di reati quantomeno nella redazione del verbale del 2 giugno”.
Sulla vicenda, il PM del tribunale di Paola, Maria Camodeca, ha aperto un fascicolo di indagine anche se ancora non è noto chi e quanti siano gli indagati, né se in merito agirà allo stesso modo con l’apertura di un faldone l’antimafia.
Intanto la Bcc continua a tacere mentre tra i soci, oltre mille, c’è chi si chiede quale futuro con queste premesse attende l’istituto di credito.