VERBICARO – Banca d’Italia avrebbe accertato illegittimità nella lotta per il controllo della Bcc dell’Alto Tirreno della Calabria. In particolare in merito ai fatti del 2 giugno e al verbale redatto da parte del Consiglio d’amministrazione.
A rivelarlo è Ugo Vetere, difensore di Arturo Riccetti, il presidente eletto a maggio dai soci ma da subito estromesso dalla carica dalla fronda interna al Cda stesso, e del consigliere Battista Pignataro, consigliere ancora in carica.
“Ieri, gli organismi di vigilanza di Bankitalia – scrive l’avvocato in una nuova informativa alla magistratura – hanno rilevato che il verbale della seduta del 2 giugno non è stato sottoscritto dal presidente, Arturo Riccetti, dai consiglieri Battista Pignataro e Silvestri Giuseppe e dal componente del collegio sindacale, Giovanni Pagano. Inoltre i quattro consiglieri restanti non hanno valutato i propri requisiti di eleggibilità. Non potevano farlo – aggiunge Vetere – visto che non esisteva la maggioranza prevista dallo statuto”.
Gli accusatori della “fronda” della quale fanno parte anche due componenti del collegio sindacale, Vittorio e Nicoletta Germano e il direttore della Bcc, Leonardo De Bonis, chiedono dunque alla magistratura competente di sequestrare la nota di Bankitalia e tutti i documenti attinenti ai fatti denunciati.
“Il documento – scrive ancora Vetere – prova che quanto denunciato dai miei assistiti è vero: il verbale del 2 giugno sottoscritto dai soli consiglieri Giuseppe Russo, Francesco Silvestri, Carmine Cirimele e Mario Saporiti è illegittimo e contra legem sotto vari profili. Queste persone gestiscono a proprio piacimento la Bcc di Verbicaro. È arrivato il momento che l’autorità inquirente e quella di vigilanza pongano fine a questa storia inquietante”.