PAOLA – Da Acquappesa a Udine storie tragiche di incidenti mortali che viaggiano in parallelo. Sullo sfondo delle due vicende la certezza che questi sinistri potevano essere evitati.

Giovedì 3 luglio, a Paola il Gup Pierpaolo Bortone si è pronunciato nei confronti di Carlo Musacchio e Francesco Ramundo, mentre a Udine l’11 novembre si attende il verdetto per Caterina Colle.
Carlo Musacchio è stato condannato a 7 anni e 4 mesi, mentre Ramundo a 6 mesi (pena sospesa). Rito abbreviato per entrambi. Il 16 ottobre 2013, Musacchio alla guida della sua auto, all’incrocio per Acquappesa era finito contro la 600 sulla quale viaggiavano le sorelle Erika 27 anni e Maria Brusca di 24 anni. La prima deceduta sul luogo dell’incidente, la seconda dopo circa una settimana all’ospedale di Cosenza. (ne avevamo parlato qui).
Musacchio era alla guida della sua Fiat Uno in compagnia di Francesco Ramundo, 22 anni. All’improvviso, in un incrocio, la loro auto impattò contro la parte posteriore della Fiat 600, con a bordo le sorelle Brusca, che stava imboccando lo svincolo. Musacchio e l’amico abbandonarono subito l’auto, ma vennero identificati dai carabinieri. Agli esami tossicologici il conducente venne trovato positivo per la presenza nel sangue di cocaine metabolite ed etanolo.
Era praticamente in stato di alterazione dovuto all’assunzione di stupefacente e bevande alcoliche. I rilievi della stradale accertarono anche che la Uno viaggiava “a velocità elevatissima e comunque non commisurata alle condizioni stradali”. Entrambi non avrebbero infine prestato soccorso alle due ragazze. Nel corso della notte Muscacchio venne arrestato per omicidio colposo e omissione di soccorso. L’amico venne denunciato in stato di libertà per la sola omissione di soccorso.
L’altra triste storia è avvenuta a Udine ed è culminata nei giorni scorsi con una “quasi” ammissione di colpevolezza: “Esprimo il mio dispiacere per l’accaduto, non pensavo di non ricordare nulla dell’indente”. Parole di Caterina Colle all’apertura del processo a suo carico. È accusata di aver investito il paolano Carlo Garofalo, 45 anni, perito in via Diaz a Udine nove mesi fa mentre attraversava la strada. La 30enne difesa dall’avvocato Anna Agrizzi ha testimoniato dinanzi al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Udine, Francesco Florit. Il processo è aggiornato all’11 novembre data in cui la difesa dovrebbe optare per il rito alternativo e quindi per il patteggiamento. Lo stesso avvocato della Colle ha anche chiesto che sia citata in giudizio l’assicurazione come responsabile civile. Maddalena Panaro, la moglie di Carlo Garofalo, che si è costituita parte civile nel procedimento ed è difesa dall’avvocato Paolo Perrone del Foro di Paola, chiede giustizia.

La sentenza non mi ha per niente soddisfatta ,chiedo giustizia per queste due persone che anno uccise Erica e Maria ,chiedo ai giudici di aprire una nuova strada e dare una condanna molto più superiore a questi assassini.ASSUNTA