PAOLA – Dai dati forniti dall’Arpacal e relativi ai depuratori di Paola e Fuscaldo si riscontrano il superamento dei limiti previsti dalla legge nello scarico di liquami. E pertanto i due impianti nel periodo di Ferragosto avrebbero inquinato il mare. In poche parole gli sversamenti non sarebbero stati adeguatamente depurati e riversati nelle acque del Tirreno cosentino.
Ma se i gestori dei due impianti se la dovrebbero cavare con una “semplice” sanzione amministrativa chi ripagherà gli operatori dei lidi e i bagnanti del mare inquinato a cavallo nella settimana cruciale del turismo? È una bella domanda. Fatto sta che tra inchieste e indagini della Procura della Repubblica di Paola, abbandoni illeciti di fanghi e scarichi abusivi di alcuni depuratori (quello del carcere ad esempio) la stagione è stata ancora una volta contraddistinta da un mare tutt’altro da bere.
Le difficoltà dei gestori degli impianti comunque sono più di una. I depuratori molte volte sono mal funzionanti e obsoleti e andrebbero sostituiti. E in altri casi aggrava lo stato di cose l’insolvenza nei loro confronti dei comuni.
Ritornando all’operazione sui depuratori dei due comuni confinanti ricordiamo che è stata coordinata circa venti giorni dall’Ufficio locale marittimo di Paola, guidato dal Capo di prima classe, Giovanni Pugliese, che ha effettuato, in collaborazione con le rispettive polizie municipali, specifici sopralluoghi lungo i torrenti Maddalena e Licciardo, nei quali, come è risaputo, scaricano i depuratori di Fuscaldo e Paola.
La perlustrazione dei torrenti è stata minuziosa, nonostante le difficoltà dovute alla presenza di fitta vegetazione spontanea, ed è stata indirizzata a verificare lo stato di salute delle acque. In particolare sono stati eseguiti, mediante il prezioso intervento di tecnici Arpacal, numerosi campionamenti sia delle acque nei torrenti (alle foci, ai punti di scarico dei depuratori ed a monte) che delle acque di balneazione nei tratti di mare antistanti. Sono stati proprio i bagnanti e i turisti ricordiamo a segnalare la situazione con foto e note di protesta.
Da qui l’intervento della Procura di Paola che sta continuando tutt’ora la minuziosa operazione di controllo avviata su tutti gli impianti che nonostante i solleciti e le sanzioni continuano in attività illecite che affossano la già debole economia locale.