PAOLA – Si è conclusa oggi al tribunale di Paola l’istruttoria dibattimentale del processo Marlane con l’ascolto dell’ultimo teste: Carlo Lomonaco, ex sindaco di Praia a Mare, all’epoca dei fatti contestati, dirigente del reparto di tintoria e unico dei tredici imputati a voler essere sentito dalla Corte.

Un interrogatorio di un paio di ore nel corso del quale Lomonaco ha innanzitutto ripercorso la sua esperienza in fabbrica. Prima da capo reparto della Tintoria, dal 1973 al 1988, e da responsabile dell’impianto di depurazione fino al 1984. Poi come dirigente: dal 2002 a metà del 2003, con il raggiungimento dell’età pensionabile un anno prima che la fabbrica tessile di Praia a Mare cessasse la produzione.
Soprattutto in merito al primo periodo, interrogato dal proprio difensore, ha descritto gli spazi, le modalità e le condizioni di lavoro nei diversi comparti della tintoria e, soprattutto, le sostanze chimiche utilizzate in fabbrica.
“Gli operai – ha detto Lomonaco – manipolavano coloranti azoici, non ammine aromatiche. Ovvero, in Marlane utilizzavamo prodotti di note fabbriche di coloranti ottenuti dall’unione di due o più ammine aromatiche. Ma il prodotto finito – ha specificato – non ha ammine libere e inoltre noi quadri Marlane non avevamo discrezionalità nella scelta di quali coloranti utilizzare. Ci attenevamo alle indicazioni fornite dai laboratori centralizzati di Schio e Valdagno. La selezione veniva fatta a monte. La tintoria di Praia aveva una discrezionalità limitata alla scelta delle marche, ma sempre nell’ambito delle indicazioni della sede centrale. Mi risulta che i coloranti appartenenti a questa selezione e prodotti nelle fabbriche specializzate non contenevano ammine proibite dalla legge”.
Ma nelle parole di Lomonaco anche il racconto della gestione del depuratore della Marlane, sempre in riferimento ai due periodi di presenza in fabbrica. È stata tracciata la trafila burocratica dei adeguamento nella gestione dell’impianto alle normative in materia. In questa fase la difesa dell’ex quadro Marlane ha prodotto anche nuova documentazione relativa alle autorizzazioni per gli scarichi in mare e alle analisi di routine richieste dagli enti di sorveglianza. È stata quindi anche ricordata la documentazione agli atti relativa ai formulari di carico e scarico dei fanghi prodotti dalle fasi di depurazione.
Al termine dell’interrogatorio, per Lomonaco, l’abbraccio con i legali del collegio difensivo e l’attesa prima delle conclusioni delle parti. Si inizia già domani con la requisitoria del PM.
