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Belvedere Marittimo, Giudice di pace a rischio chiusura

pubblicità_biagio_promo_insideBELVEDERE MARITTIMO – Sembra essersi arenata in Comune la pratica per il mantenimento dell’ufficio del Giudice di pace di Belvedere Marittimo.

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A riportare l’attenzione sulla vicenda, già abbastanza complicata per effetto della riforma giudiziaria, un’interrogazione consiliare presentata dal gruppo d’opposizione Ora a firma di Gilberto Raffo e Antonella Capano. I due consiglieri chiedono alla Giunta Granata di dare seguito alla delibera del 29 aprile 2013 con la quale si chiedeva il mantenimento dell’ufficio.

In quella delibera infatti, il Comune si impegnava, in virtù del protocollo d’intesa firmato con i comuni di Bonifati, Buonvicino, Diamante, Maierà e Sangineto, a farsi carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nonché del fabbisogno del personale amministrativo.

“Ad oggi – si legge nell’interrogazione consiliare del gruppo Ora – non risulta che il Comune di Belvedere abbia provveduto all’individuazione del personale incaricato a svolgere mansioni di supporto all’attività giurisdizionale, né ad indicare i locali destinati ad ospitare gli uffici entro il termine di giorni 60 dalla entrata in vigore del decreto ministeriale”.

La mancata indicazione di personale e locali renderebbe di fatto operativa la soppressione dell’ufficio ma la circolare ministeriale dello scorso 27 ottobre ha congelato la situazione in virtù di un perfezionamento della procedura di conversione del decreto legislativo del 13 settembre 2014. In tale atto il Ministero evidenzia la necessità di mantenere le applicazioni del personale amministrativo presso tutte le sedi indicate nella stessa circolare, tra cui Belvedere, al fine di consentire la prosecuzione dell’attività giudiziaria fino al passaggio al nuovo assetto gestionale che sarà disciplinato con il provvedimento previsto dall’articolo 7 dello stesso decreto.

Raffo e Capano sottolineano l’importanza di un presidio giudiziario per la realtà belvederese. “Le conseguenze di una eventuale soppressione – si legge ancora nell’interrogazione – non sono da sottovalutare. La chiusura comporterebbe un aggravio di costi per cittadini e professionisti, essendo costretti a recarsi a Paola per ogni tipo di attività che invece oggi si può svolgere presso il Giudice di pace di Belvedere. Inoltre – scrivono Raffo e Capano – ne risentirebbero anche le attività commerciali considerato che non ci sarebbe più il passaggio di fruitori con ulteriore impoverimento del paese, sia in termini economici che sociali”.

Resta invariata invece la situazione per gli uffici giudiziari di Amantea e Cetraro, chiusi e accorpati a Paola. Mentre si è salvato il presidio di Scalea che ha ottenuto il mantenimento sulla base di una convenzione tra i comuni di Aieta, Grisolia, Orsomarso, Praia a Mare, Santa Domenica Talao, Santa Maria del Cedro, San Nicola Arcella, Tortora e Verbicaro, dove è già in corso un periodo di affiancamento del personale amministrativo nell’attesa che il Ministero di Grazia e Giustizia completi il passaggio al nuovo assetto gestionale.

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About Pierina Ferraguto

Giornalista pubblicista dal 2013. Laureata in Filosofia e scienze della comunicazione e della conoscenza all'Università della Calabria. Dal 2006 al 2008 lavora come stagista nella redazione di Legnano de Il Giorno. In Calabria lavora con testate regionali di carta stampata e televisive.

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