SANTA MARIA DEL CEDRO – Il Comune di Santa Maria del Cedro ha dato mandato legale per la difesa nel processo sulla maladepurazione contro la Impec.
Il procedimento civile è attualmente pendente presso il tribunale di Paola e il Giudice per le udienze preliminari si è riservato di indicare la data dell’inizio del processo.
Il Comune di Santa Maria del Cedro chiede il recupero di somme indebitamente addebitate e il ristoro dei danni, materiali e d’immagine, derivanti dalla cattiva gestione dell’impianto di depurazione comunale per un totale di circa 545mila euro.
I fatti risalgono al 2009 quando la Procura della Repubblica di Paola sequestra il depuratore cittadino nell’ambito dell’attività investigativa sulla maladepurazione che fa emergere una non corretta gestione di molti impianti del territorio.
Nell’occhio del ciclone finiscono le ditte tra cui la Smeco e, appunto, la Impec costruzioni che gestisce il depuratore di Santa Maria del Cedro dal 2003. In questi 6 anni – contestano gli inquirenti – avrebbe smaltito fanghi derivanti dalla depurazione in quantità irrisorie. Contemporaneamente però, Impec incassava dal comune un canone annuo di circa 20mila euro che comprendeva anche una quota per lo smaltimento dei fanghi. Un conteggio effettuato dall’ufficio tecnico comunale ha quantificato in circa 290mila euro l’indebito arricchimento per la ditta.
Inoltre, il non corretto funzionamento del depuratore ha portato all’ente una spesa di oltre 400mila euro per lavori straordinari nonostante fosse stato collaudato solo pochi mesi prima dell’arrivo di Impec.
Nel gennaio del 2013 la giunta comunale ha deliberato favorevolmente per chiedere il ristoro dei danni causati alle casse dell’ente più il risarcimento per i danni d’immagine subiti dalla località turistica.
L’ipotesi – infatti – è che quei fanghi non smaltiti sono finiti direttamente in mare creando le famigerate chiazze marroni e le denunce di bagnanti e residenti che hanno dato il la alle indagini.
La ditta, di contro, ha citato in giudizio civile il Comune per somme non pagate a fronte di servizi erogati per un totale di circa 400mila euro.
Nelle ultime settimane, infine, il tribunale di Paola ha comunicato all’ente che il giudizio è pendente. Ora si attende solo l’inizio del processo.