PAOLA – Il Pubblico ministero della Procura della Repubblica di Paola Maria Camodeca ha chiuso le indagini sulla frana che ha interessato nel 2012 la collinetta su cui sorge l’ospedale San Francesco.
Ii PM è presumibile che chiederà al Gup il rinvio a giudizio di tutti o di alcuni dei quattro indagati. Si tratta dei due proprietari di un’immobile costruito sulla collina, una villa, del direttore dei lavori e dell’allora responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Paola. L’ente è costituito come parte civile.
Appena sarà notificata la chiusura delle indagini, scatterà il periodo di 20 giorni entro il quale le difese degli indagati potranno presentare richieste o memorie, chiedere ulteriori indagini o interrogatori.
La procura di Paola ha indagato su circostanze precise sin da subito. L’ipotesi è che a generare la frana siano stati i lavori di sbancamento del terreno nei pressi della villa e il non corretto posizionamento di alcune gabbionature che avrebbero dovuto, invece, consolidare l’area.
Un’ipotesi confermata anche dalla perizia oggetto dell’incidente probatorio richiesto dal PM e svolto davanti al giudice per le indagini preliminari lo scorso maggio.
Eppure, solo due giorni prima dell’udienza sull’incidente probatorio, il Tar della Calabria, aveva accolto il ricorso dei proprietari della villa e annullato un’ordinanza di demolizione proprio dell’ufficio tecnico comunale che aveva ritenuto abusive le opere realizzate.
Il tribunale amministrativo calabrese ha deciso in tal senso ritenendo “carenti” le motivazioni per la demolizione contenute nell’ordinanza anche in riferimento ai lavori di sbancamento e di consolidamento.
Nella sua sentenza, il Tar ha inoltre sottolineato la contraddittorietà dell’ente che – in definitiva – ha prima autorizzato le opere “anche con ordinanze urgenti”, come nel caso delle gabbionature, per poi dichiararle abusive. Secondo i giudici amministrativi il comune sarebbe dunque andato a traino del sequestro disposto dalla procura.