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Praia a Mare, terreni Marlane: bonifica o no?

GS_inside_arPRAIA A MARE – Passata la sentenza di primo grado del processo Marlane l’attenzione si concentra ora sulla bonifica dei terreni che circondano lo stabilimento tessile dismesso dalla Marzotto.

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Nonostante le assoluzioni da tutti i capi di accusa per i 12 imputati nel procedimento penale, compresi i reati ambientali contestati agli stessi dalla Procura della Repubblica di Paola, continuano ad alzarsi appelli per bonificare l’intera area.

Anche negli istanti immediatamente successivi alla pronuncia del tribunale di Paola i portavoce del Comitato per la bonifica dei mari, fiumi e terreni della Calabria, da anni impegnato sul tema, avevano rilanciato la battaglia per liberare l’area dalle sostanze nocive che si ritengono vi siano interrate.

Oggi arriva anche una manifestazione nello stesso senso da parte di Antonio Praticò e Pasquale Lamboglia sindaci dei comuni di Praia a Mare e Tortora, costituti parte civile nel procedimento.

Municipalità che, con i sindacati locali, accoglieranno venerdì 2 gennaio il Ministro degli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta, in visita a Praia a Mare.

“L’importanza di sentire vicine tutte le istituzioni e il Governo centrale – scrivono in una nota i due primi cittadini – su una vicenda come quella della Marlane, è un atto importante che gli ex lavoratori di Praia a Mare e Tortora e le intere comunità territoriali, salutano con fiducia e speranza. Fiducia e speranza che in queste ultime settimane sono state messa a dura prova. Il territorio, oltre a richiedere verità e giustizia, auspica un piano serio di risanamento ambientale, attraverso un’adeguata bonifica del sito che deve essere restituito alla collettività, integro, quale bene comune e di pubblica utilità”.

Ma sulla sorte dei terreni posti a due passi dal mar Tirreno e proprio sul confine tra i due comuni pesa quanto deciderà la Marzotto, proprietaria dell’area ritornata in possesso del bene proprio con la sentenza di primo grado.

Il privato aveva avviato nel 2006 uno studio di caratterizzazione dei terreni che avrebbe potuto portare a una eventuale bonifica. La Procura però dispose il sequestro preventivo bloccando la procedura.

Ora le strade possibili sono due. Dal momento che la sentenza ha dichiarato che anche il disastro ambientale non sussiste, Marzotto non avrebbe obblighi giuridici alla bonifica.

Di contro, essendo potenzialmente interessato alla vendita dell’area potrebbe quanto meno riavviare la procedura di caratterizzazione per dissipare ogni dubbio sullo stato ambientale dei terreni.


About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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