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Fiume Noce, la necessaria attenzione e una nuova via

GS_inside_arTORTORA – Posizioni diverse per sostenere la medesima necessità: salvaguardare il fiume Noce per promuoverne le bellezze.

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Sembrano discordanti le posizioni del Comitato a difesa del Noce (sindaci della Valle e ambientalisti) con quelle di Raffaele Papa, leader dell’opposizione nel Consiglio comunale tortorese.

Se ne è discusso in sala consiliare ieri mattina, in un incontro convocato dal comitato. Ne sono usciti due documenti: uno dell’amministrazione comunale, ma a nome del comitato, e uno del gruppo di minoranza Tortora nel Cuore.

Il primo, quello di via Panoramica al Porto, sinteticamente, sottolinea il dato partecipativo dei cittadini. Ricorda le azioni messe in campo negli ultimi 4 anni senza mancare di sottolineare che gli impegni presi non sono stati del tutto concretizzati. Non si sa ancora nulla, infatti, delle centraline di monitoraggio da installare lungo il corso d’acqua promesse dall’Agenzia regionale per l’ambiente della Basilicata. È stato poi ricordato un’elemento cardine: il prossimo 12 febbraio è in programma al tribunale di Paola l’udienza per decidere se rinviare o meno a giudizio le tre persone indagate per reati ambientali a seguito del sequestro degli impianti di depurazione di località San Sago, nel comune di Tortora. Più avanti diremo perché, nella nostra analisi, questo aspetto è da considerarsi “cardine”.

Sempre per conto del comitato è stato detto: è necessario che quell’impianto, oggi fermo a seguito del sequestro, sia bloccato definitivamente. Una eventuale sentenza risarcitoria (serviranno anni, ndr) sarebbe preludio a una bonifica poiché il comitato sostiene di avere in mano “dati” che proverebbero “che le quantità di metalli pesanti sversate nel corso d’acqua siano altissime”.

Ora, l’intervento a mezzo nota alla stampa di Papa che, nell’incipit dice una cosa sacrosanta. “Il fiume Noce è oro”.

Papa, si dimostra (e lo ha sempre fatto) critico nei confronti del comitato. “Poco concreto” scrive Papa che si schiera, anch’egli, dalla parte della tutela ambientale. E non potrebbe essere altrimenti per chi, come il consigliere comunale, ha sempre fatto dell’attenzione all’ambiente un motivo politico predominante.

A questo punto, Papa, prova ad aggiungere un elemento nuovo chiedendo un cambio di passo alla politica orientando la propria azione “Al bello ed alla positività di ciò che possediamo”.

Il passaggio è cruciale e merita la trascrizione fedele: “Basta con l’allarmismo generico – scrive Papa – chi deve lavorare a salvaguardia di tutti, lo faccia senza creare ulteriore danno ad un territorio sempre più impoverito da un’attività politica allo sbaraglio, improvvisata e scadente che non programma, né progetta ma che invece distrugge con superficialità estrema ogni iniziativa mirata al progresso civile ed economico dell’intera zona. Il fiume noce, il nostro mare, le nostre spiagge, l’intero Tirreno non vuol dire inquinamento e veleni, ma risorse, bellezze e potenzialità notevoli di crescita e sviluppo fino ad ora inespresse. Questo è il nostro tesoro e invitiamo tutti a non fare terrorismo ma a proporre azioni di sviluppo per la fruibilità dell’intera Valle del Noce da parte di scolaresche, bambini, giovani, adulti e di quanti la vorranno visitare e vivere. Basta con l’azione di repressione come se fosse una cloaca, una discarica da starne lontani o un nemico da cui aver paura perché sporco e dannoso, basta con la limitazione degli accessi che vanno invece aumentati, realizzandone di nuovi da parte di ogni comune, in ogni zona di loro competenza, per far godere tutti della ricchezza del territorio. Tutto ciò, oltre a significare automatico controllo da parte di chi lo frequenta, mette nelle condizioni di goderne lo spettacolo della natura che avviene in prossimità di ogni corso d’acqua”.

Papa conclude in maniera propositiva rilanciando quanto già detto in passato circa la creazione di un’autorità intercomunale di controllo del fiume e annunciando un “progetto di sviluppo calabro-lucano che coinvolga i vari comuni e che abbia a riferimento l’oro della valle, il Fiume Noce”.

Riordinando il tutto, ed estendo ai lettori un’opinione propria di chi scrive, ne concludiamo che anche se in toni che suggeriscono contrasto tra le parti ci pare di trovarci di fronte al caso in cui tutti dicono la stessa cosa.

Il fiume è prezioso, il fiume va valorizzato e promosso. Ma tutto con ordine. Il procedimento giudiziario sui fatti di San Sago è cardine. Attesterà la giustizia se vi è stato inquinamento, e in che misura. Il più che si può concedere è questa tutela dettata dal ragionevole dubbio. Per il resto bisognerà parlare (purtroppo, ndr) di inquinamento in riferimento al Noce. Per quello che le procure di due tribunali, Paola e Lagonegro, ipotizzano sia avvenuto negli anni a San Sago. Per quello che si ipotizza avvenga nei depuratori comunali dei centri valnocini. Focalizzare il problema, ammettere che esista un problema, è l’inizio della risoluzione del problema stesso.

E poi? Poi serve unità. Di tutte le parti, politiche e non. Serve l’interesse vivo dei cittadini della Valle. Ma già da ora è necessario riappropriarsi del fiume, come del resto del territorio promuovendo comportamenti virtuosi tra i cittadini.

Come detto in passato, coloro che pretendono giustizia sui fatti di San Sago sono gli stessi che hanno abbandonato rifiuti di ogni genere lungo le sponde del fiume Noce.

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About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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