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Frana all’ospedale, tutti a processo

GS_inside_arPAOLA – Frana della collinetta dell’ospedale, tutti a processo.

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Ieri mattina il giudice per le udienze preliminari, Pierpaolo Bortone, ha rinviato a giudizio Annarita Sganga, Pasquale Saragò, Eduardo Romano, Silvestro Mannarino e Salvatore Romito. Il processo prenderà il via il 2 dicembre 2015. Tra l’altro i tecnici del comune sono accusati assieme ai proprietari di abuso d’ufficio, i proprietari e il committente di lottizzazione abusiva, e tutti i cinque imputati di crollo e disastro doloso.

Si sono costituiti parte civile nel procedimento il Comune di Paola e l’Asp, rappresentati rispettivamente dagli avvocati Paolo Quercia e Guido Siciliano. I cinque imputati sono difesi dai legali Gino Perrotta, Pietro Sommella, Davide Rosselli, Alessandro Diddì e Massimo Zicarelli.

Nel corso dell’udienza dopo la richiesta di rinvio a giudizio del PM Maria Camodeca, la difesa degli imputati ha ribadito la necessità di rivedere i capi d’imputazione, sostenendo anche come i rilievi effettuate nell’area sovrastante la collinetta abbiano evidenziato che il cedimento era dovuto alla mancata canalizzazione delle acque piovane sul parcheggio del nosocomio.

Andiamo alle accuse. Secondo la procura i proprietari (Sganga e Saragò) e il committente dei lavori (Romano) in concorso tra loro in difformità al permesso a costruire in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, sismico e in area in frana riportate negli elaborati del Pai (senza rischio associato) “demolivano e ricostruivano un fabbricato realizzando un aumento di superficie del piano interrato, la realizzazione di una scala esterna e di pareti anch’esse in cemento armato, aumentando pertanto la superficie e la volumetria al primo piano e una dislocazione dell’immobile rispetto all’originario fabbricato”.

Inoltre in assenza di alcun titolo abilitativo in zona sottoposta a rischio idrogeologico (R4) e sismico realizzavano “lavori di sbancamento, sistemazione dell’area esterna con lavorazioni di movimento terra e rimozione di piante anche ad alto fusto, sistemazione di gabbionature a gradoni, posizionamento di gabbioni in pietra alla base del costone precedentemente tagliato con mezzi meccanici”.

Assieme a Sganga, inoltre Salvatore Romito (dirigente dell’Utc) e Silvestro Mannarino (responsabile del procedimento) secondo la procura hanno violato “le norme tecniche del Pai (che subordinano il permesso a costruire nelle aree in frana (riportate negli elaborati del Pai) al rilascio da parte degli uffici regionali competenti (genio civile) dell’obbligatorio parere di verifica di compatibilità dei lavori con le condizioni geomorfologiche del territorio. Parere questo vincolante e propedeutico al rilascio del titolo abitativo”. Sarebbe stato disatteso anche il Psc.

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About Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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