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Paola, chiudono Csm e Sert: la rabbia di pazienti e operatori

GS_inside_arPAOLA – Figli di un dio minore.

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Pazienti sballottati da un giorno all’altro senza preavviso. Operatori che non sanno che spiegazioni dare. Il provvedimento di chiusura del Centro salute mentale e del Sert è giunto come un fulmine a ciel sereno.

Provvedimento necessario ma che ha creato un danno non indifferente non soltanto per gli operatori ma anche e soprattutto per gli utenti. Che la situazione relativa allo stato della struttura non fosse rosea era risaputo. Ma nonostante tutto da almeno cinque anni si ricorrevano quelle voci di trasferimento.

Poi però smentite dai fatti. La problematica era stata anche illustrata alle varie amministrazioni succedutesi. Per Sert e Csm si era pensato il trasferimento al vecchio istituto professionale che però nel frattempo è diventato sede di diverse associazioni. Un’altra idea era quella di collocare i servizi in ospedale al terzo piano dove sono presenti gli ambulatori.

Ma il problema di oggi è anche un altro. Più di 7mila utenti sono in carico del Csm: come si farà ad alleviare i disagi? Si pensi che in media vengono effettuate 30 visite al giorno e a questi si aggiungono le terapie domiciliari. Come se non bastasse a quanto pare il Centro salute mentale di Amantea fino al 5 maggio sarà senza medico. Mentre quello di Scalea oggi (lunedì 4 maggio) sarà chiuso per turno.

I dipendenti per adesso pertanto saranno divisi tra i Csm di Amantea, Scalea e il Spdc di Cetraro. Il punto più vicino per un’urgenza è il pronto soccorso di Cetraro dove vengono effettuate solo consulenze.

E i pazienti? Ancora oggi molti sono all’oscuro di tutto.

Sulla mancanza di sicurezza dell’edificio di Paola non sussistono dubbi. È uno scheletro di costruzione, di trent’anni fa, realizzato solo a piano terra e con gli altri tre mai rifiniti che cadono a pezzi.

Rappresentava un pericolo costante per tutti coloro che usufruivano dei servizi del centro. L’ultimo distacco di pezzi di cornicioni e mattonelle è avvenuto ad ottobre dello scorso anno. Proprio a pochi passi dall’ingresso sul quale poi è stata posta una sorta di rudimentale protezione per evitare danni a persone o cose. Scene da terzo mondo.

Le stanze sono vecchie ed anguste. Nelle ultime lato monte sembra che debba cedere il soffitto da un momento all’altro. Quotidianamente si raccoglieva l’acqua che filtrava dal piano di sopra ogni qualvolta un violento acquazzone colpiva la città.

Nonostante la capillarità dei servizi del Centro di salute mentale e del Sert che servono un vasto bacino di utenza nessuno ha mai provveduto a trovare altra idonea sistemazione. Una situazione analoga a quella accaduta all’edificio dell’ex Saub del distretto socio sanitario di rione Giacontesi che è stato dichiarato inagibile tre anni fa dai Nas.

La chiusura del Centro salute mentale e del Sert è una brutta tegola. Lo stop completo dei servizi a Paola è avvenuta l’altro ieri mattina. I pazienti si presentano all’ingresso della struttura già alle 8 e 30. Ma non si entra. Si staziona fuori dove medici, infermieri e operatori cercano di spiegare la situazione. Cosa non facile. Le proteste sono tante. Figli di un Dio minore, verrebbe da dire. Il responsabile del Csm si affida a un comunicato di poche righe. Del resto altro non può fare.

Arturo Sica avvisa che: “per disposizione del commissario straordinario dell’Asp, Gianfranco Filippelli, l’attività presso questi uffici è temporaneamente sospesa. Onde evitare ulteriori disagi per l’utenza è possibile per l’attività sanitaria fare riferimento al Csm di Amantea (0982 491276) presso il quale è possibile richiedere visite domiciliari, rinnovo piani terapeutici e somministrazione terapia long-acting”.

Il Sert invece si rivolgerà come spiega il responsabile, il dottor Rocco Mazzeo, alla direzione di dipartimento di Cosenza.

“Già stamani i pazienti sono stati messi al corrente del problema – ha riferito Mazzeo – anche per consentire loro il proseguo delle rispettive terapie. E dove sarà necessario rivolgersi”. Terapie che naturalmente non vanno interrotte. “Il mio auspicio – ha aggiunto Mazzeo – è che presto si riesca a trovare una soluzione”.

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About Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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One comment

  1. Sono 5 anno che il problema non si e risulto