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Paola, saccheggi in chiesa: condannati 5 napoletani

pignataro_impianti_inside_promoPAOLA – Banditi senza rispetto, profanavano e depredavano le chiese del Tirreno cosentino e del Nord Italia.


Il Tribunale di Paola ha condannato ieri pomeriggio cinque napoletani. Il collegio giudicante presieduto da Paola Del Giudice (a latere Elia e Mesiti, cancelliere Barone) ha inflitto un totale di 11 anni agli imputati nel procedimento istituito nel 2009.

Raffaele Stella (senior, classe 1950) quattro anni di reclusione, Raffaele Stella (junior, classe 1963) nove mesi, Anna Giordano un anno e due mesi, Gennaro Stella tre anni e cinque mesi, Carmela Cardillo due anni e due mesi.

A questi si aggiungano multe pecuniarie per tutti e cinque gli imputati. Raffaele Stella (senior) e Gennaro Stella sono anche interdetti dai pubblici uffici per cinque anni. Mentre è stato assolto Luigi Esposito per non aver commesso il fatto. Il pubblico ministero Linda Gambassi aveva richiesto invece un totale di 32 anni.

Ben undici le persone offese nel procedimento. Oltre al Ministero per i Beni e le attività culturali ci sono i parroci delle chiese del territorio e dei comuni del Friuli e dell’Abruzzo interessati dalle razzie: Pietro De Luca (chiesa di San’Antonio sita in Paola), Lorenzo Boscarol (parrocchia di San Lorenzo di Ronchi dei Legionari, Gorizia), Roberto Freschi (Santa Maria Assuna di Butrio, Udine), Giuseppe Ramundo (Santa Caterina vergine e San Giacomo di Paola), Francesco Romano (San Michele Arcangelo di Crosia), Giovanni Barbara (San Pietro e Paolo di Crucoli, Crotone), Luigi Fontanot (San Lorenzo di Fiumicello, Udine), Teresa Nanja Mon (vicaria suore missionarie convento “San Francesco” di Balsorano, L’Aquila), Giacomo Lanzillotta (chiesa Santa Teresa di Gesù di Acquappesa), Vincenzo Greca (chiesa San Nicola da Tolentino di San Nicola Arcella).

La banda ha agito quasi indisturbata seguendo i consueti metodi prima di essere tratta in arresto dalle forze dell’ordine per ben tre mesi, dall’agosto all’ottobre del 2006, muovendosi da una regione all’altra con disarmante facilità.

Ad Acquappesa si erano impossessati della elemosine custodite in una cassetta forzando l’accesso secondario della chiesa, mentre a San Nicola Arcella si sono appropriati di diversi oggetti d’arte e sacri danneggiando e scardinando la porta della sagrestia. A Paola invece frantumavano una statua lignea e provocavano danni all’altare presso la chiesa di Sant’Antonio di Padova. E sempre nella stessa trafugavano quattro colonne di legno del 1600. Nella città del santo entravano anche nella chiesa di Santa Caterina Vergine di San Giacomo dove si impadronivano di oggetti sacri di notevole valore artistico.

Razzie e furti in luoghi sacri sono stati perpetrati anche in paesi del Friuli Venezia Giulia e dell’Abruzzo e a Crosia in provincia di Crotone.

Canale di ricettazione secondo l’accusa era invece Luigi Esposito che avrebbe poi dovuto rivendere le opere sacre trafugate. L’uomo è stato però assolto dal collegio giudicante.


About Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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One comment

  1. Tanti soldi e tempo perso dove il tempo dei magistrati e forze dell’ordine è tempo prezioso. questi non faranno neanche un giorno di galera non pagheranno le pene pecuniarie.
    Che giustizia ?????