È l’effetto di una nuova ordinanza del sindaco di Praia a Mare. Revocato lo spostamento, si farà come stabilito dalla Regione Calabria: sospese le concessioni ai rimessaggi barche. Praticò: “Enti immobili e precedente amministrazione allegra”.
PRAIA A MARE – Le concessioni demaniali degli specchi d’acqua di Praia a Mare adibiti a rimessaggio barche saranno sospese.
È quanto deciso da una nuova ordinanza sulla vicenda emanata dal sindaco di Praia a Mare che nel documento stesso richiama alle proprie responsabilità la precedente amministrazione e gli enti sovracomunali.
Secondo Praticò la giunta Lomonaco sarebbe colpevole di aver commesso gravi errori nella stesura del Piano di spiaggia comunale. Regione e Provincia, invece, di non aver collaborato alla ricerca di una soluzione alternativa.
Il comune, infatti, con due precedenti ordinanze aveva tentato la via dello spostamento dei rimessaggi invece della sospensione.
Il nuovo atto, invece è una presa di coscienza che l’operato del comune si è spinto fino a un limite invalicabile oltre il quale non resta che dare attuazione a quanto imposto dalla Regione Calabria a luglio scorso. Il dipartimento Ambiente, infatti ha chiesto al Comune di Praia a Mare di provvedere a sospendere in autotutela le concessioni demaniali che ricadono nel Sic, sito di interesse comunitario, che interessa l’Isola di Dino.
La nautica non può coesistere con la balneazione, tanto che la nuova ordinanza del sindaco vieta anche l’accesso di tutti i mezzi meccanici su tutto il litorale praiese fatta eccezione per la cosiddetta area “Sotto Marlane”, al confine con Tortora. Ovvero, nella zona in cui si volevano trasferire gli otto rimessaggi poiché destinata allo scopo nel redigendo nuovo Piano di spiaggia comunale.
Quello precedente è stato revocato dalla Provincia di Cosenza a causa – ricorda il sindaco nell’ordinanza – di alcuni errori frutto a loro volta della “gestione allegra” della precedente amministrazione. La revoca ha dunque esposto le concessioni demaniali a provvedimenti. A ottobre del 2014, infatti, la regione ha invitato il comune ad agire sulle concessioni rilasciate con lo strumento revocato e, poco dopo, a predisporne uno nuovo con apposita conferenza dei servizi.
Ma serve tempo. Tempo che evidentemente non c’è stato poiché l’8 luglio scorso, anche in seguito a una nota della delegazione locale dell’associazione ambientalista Italia nostra, su fatti di cui comunque tutti erano a conoscenza, la regione chiede l’ormai ben nota sospensione delle concessioni ricadenti in area Sic.
Ma dopo le ordinanze sindacali di sgombero – secondo Praticò – è mancato il supporto degli enti sovracomunali ai quali era stata chiesta “comunicazione in merito ad ogni accorgimento utile per la concreta attuazione di quanto disposto”. Ovvero le autorità competenti sono state informate delle ordinanze per giungere a possibili soluzioni che salvassero la stagione e tutelassero l’ambiente. Praticò infatti usa le parole: “Senza però arrecare danno ad un settore vitale per il turismo locale, nonché unica fonte di reddito per parte della popolazione di Praia a Mare, già fortemente provata dalla crisi economica degli ultimi anni”.
Insomma, per il momento la questione si conclude con un nulla di fatto e ai concessionari non resta che chiudere in piena stagione estiva.