PAOLA – Da una relazione dell’ex collegio dei revisori dei conti esce fuori che il comune ha chiesto ai cittadini per acqua e immondizia più di quanto ha speso.
“Questo è illegale. I soldi vanno restituiti” ha tuonato parte dell’opposizione che adesso agirà di conseguenza. Si pensa alla messa in mora di sindaco, amministrazione comunale e commissione di liquidazione.
Ma cosa scrivono i revisori? Per quanto riguarda il 2014 la copertura realizzata per l’acquedotto e la fognatura è del 121percento, mentre per la nettezza urbana del 115,24percento.
“In merito si osserva – spiega il collegio – che le entrate accertate relative alla tassa per la raccolta di rifiuti solidi urbani e del servizio idrico rappresenta un grado di copertura superiore al 100percento. A tal riguardo il collegio invita l’ente per l’annualità 2015 a determinare in maniera più precisa il costo del servizio al fine di una corretta emissione del ruolo relativo alla riscossione del tributo e di adottare nell’esercizio in corso tutte le misure idonee per risolvere tale discrasia”.
Questo per quanto riguarda il 2014. Ma anche nel 2013 la copertura per l’acquedotto è di 119percento e della nettezza urbana del 111percento superando quindi il costo effettivo.
In un partecipato incontro al quale erano presenti i movimenti politici di Paola al centro, Cambia Paola e Psi, nonché i comitati Salute pubblica e Michela Bonavita si è ad ampio raggio parlato della situazione. Andranno pertanto per le vie legali partiti e associazioni.
Senza dimenticare il caso delle “spese gonfiate” in bilancio individuate a suo tempo da Cambia Paola e dall’ex presidente dei revisori dei conti del comune, Franco Calvano. Pertanto si avvieranno cause civili di risarcimento insieme alla Federconsumatori. Sono state già raccolte nei mesi scorsi oltre 500 adesioni. E sono allo studio anche altre iniziative giudiziarie.
Per questi partiti è stato anche un momento assieme ai comitati e ai cittadini per stigmatizzare il comportamento di chi le battaglie comuni cerca di farle in solitaria e non in maniera unitaria.