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Omicidio Vommaro, non ci fu favoreggiamento

PAOLA – Omicidio Vommaro, non luogo a procedere per il dipendente della Procura della Repubblica di Paola, Diego Romito.

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L’uomo era accusato di favoreggiamento. Il Giudice per le indagini preliminari Giulio De Gregorio, in ordine ai due reati all’imputato ascritti, lo ha quindi assolto rispettivamente perché il fatto non sussiste e perché il fatto non costituisce reato.

Secondo la procura di Paola “Diego Romito era presente sulla scena del crimine e parlando con Garritano ha suggerito di attendere 24 ore prima di allertare le forze dell’ordine”. E successivamente avrebbe inoltre “aiutato Garritano a rendersi irreperibile e a eludere le ricerche (…)”.

Ma le accuse sono state smontate dall’avvocato Nicola Carratelli che ha dimostrato come lo stesso fosse estraneo ai fatti contestati. Di diverso avviso il PM che ne aveva chiesto in aula il rinvio a giudizio. La posizione di Romito era stata stralciata lo scorso anno in udienza preliminare. Il giudice aveva disposto di procedere separatamene ed è stata quindi definita ieri pomeriggio con la sentenza.

Per Garritano l’udienza invece è in programma il 13 maggio. Il Gip ha infatti accolto la richiesta di abbreviato semplice con nomina di consulente del giudice per verificarne le condizioni psichiche e la capacità di stare in giudizio. Franco Garritano è difeso dai legali Francesco Sapone e Libero Borsani del foro di Paola. Nel procedimento si sono costituite anche le parti civili rappresentate dagli avvocati Giorgio Zicarelli e Patrizia Longo.

La difesa ha nominato un medico legale, un criminologo e uno psichiatra. E mentre l’accusa rappresentata dal pubblico ministero Maria Camodeca punta sull’omicidio volontario, i legali dell’uomo di Fiumefreddo Bruzio vogliono dimostrare quello preterintenzionale. L’autopsia ricordiamo che ha chiarito che Maria Vommaro sarebbe morta per i colpi ricevuti alla testa e non a causa della caduta. Il fattore della spinta era invece stato sostenuto dal reo confesso Garritano. Ma le sue testimonianze sono state tutte smontate dagli esiti autoptici.

Franco Garritano ha ucciso Maria Vommaro, donna con la quale conviveva, in un momento di follia. La gelosia gli avrebbe fatto perdere la testa. E quel tragico 6 ottobre del 2014 dopo l’ennesimo litigio, in un raptus, l’ha spinta facendo rotolare dalle scale. Poi l’occultamento del cadavere e la fuga. Per un mese circa è stato uccel di bosco. È stato rintracciato dai carabinieri della stazione del piccolo centro del Tirreno cosentino, agli ordini di Mimmo Lio, coadiuvati da quelli di Cosenza, dopo una lunga caccia all’uomo durata per più di un mese. L’uomo ha vagato per trenta giorni per le montagne.

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About Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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