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Sanità negata, il 24 marzo tutti a Reggio Calabria

PRAIA A MARE – I sindaci e i cittadini del Tirreno cosentino parteciperanno al Consiglio della Regione Calabria sulla sanità in programma a Palazzo Campanella giovedì 24 marzo 2016.

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È l’esito principale dell’incontro tra i primi cittadini del territorio tenutosi oggi nella sala consiliare di Praia a Mare. Con i primi cittadini, al tavolo erano seduti anche i consiglierei regionali Giuseppe Aieta e Giuseppe Graziano. Nella sala, con una trentina di cittadini erano inoltre presenti il presidente di Futuro Praia, Gino Domenico Spolitu, componenti dell’associazione Sanità è vita Onlus, e il medico e politico locale Marcello D’Amico.

In linea generale è passata ancora una volta la linea d’azione istituzionale (Vetere e altri). Confermata la volontà di chiedere la rimozione dei commissari ad acta Scura e Urbani e il ritiro del recente decreto di attuazione del Piano di rientro, come già espresso nella precedente riunione del 6 marzo. (ne abbiamo parlato qui)

I sindaci vogliono che questa volontà, ora, venga fatta propria dal parlamentino calabrese. Per questo motivo sarà organizzata una spedizione a Palazzo Campanella e ogni sindaco ha auspicato che alla trasferta partecipino anche i cittadini.

Perché quel giorno – come ha riferito il consigliere Aieta – i sindaci saranno ammessi alla seduta del consiglio mentre i cittadini attenderanno fuori dalla sede istituzionale per esercitare con la loro presenza pressione sui consiglieri. Alcuni sindaci hanno preannunciato che cureranno l’organizzazione di almeno un pullman a disposizione delle persone che vorranno partecipare.

Se anche dal consiglio regionale e con il consiglio regionale al fianco non si avranno i risultati attesi per la sanità locale si attiveranno ulteriori iniziative. Intanto, da subito, si punterà al rilancio dei servizi erogati dall’ospedale di Praia a Mare come da proposta avanzata mesi fa dai sindaci di Praia a Mare e Tortora (Praticò). (ne abbiamo parlato qui)

É stato proposto di predisporre un comitato permanente dei sindaci che convochi esperti del settore sanitario per disegnare un nuovo Piano che recepisca i reali bisogni dei cittadini (Sollazzo), formato con il contributo di questi ultimi attraverso le associazioni e i sindacati (Sanità è vita). In sintesi un documento che nasca dal territorio e che non venga calato dall’alto.

E ancora, non è stata del tutto esclusa anche la linea popolare (Aita, Biondi, De Caprio). Con azioni di protesta, manifestazioni sotto i palazzi romani del governo, dimissioni (non tutti i sindaci erano d’accordo su questo punto, ndr), blocco delle principali vie di collegamento, disobbedienza fiscale (Spolitu) e altro pur di attirare l’attenzione sul problema.

Nel corso degli interventi non sono mancate frecciatine alle mancate prese di posizione – forse, è stato ipotizzato, per il non essere stati toccati dalla riorganizzazione della sanità – da parte dell’area del Reggino (Biondi), e del Paolano (Vetere). Il sindaco di Santa Maria del Cedro ha anche attaccato la stampa rea – secondo lui – di aver sottolineato le mancanze sul tema della deputazione calabrese del Pd ma di non aver detto nulla sul silenzio in merito alla vicenda da parte di Tonino Gentile, sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico.

Più voci dal tavolo hanno sottolineato l’importanza della coesione da parte dei sindaci e proposto che questo modus agendi venga applicato anche alle altre gravi problematiche del territorio come ad esempio i rifiuti. Il Sindaco di Cetraro, Angelo Aita, facendo un breve resoconto del consiglio comunale straordinario svoltosi ieri nella cittadina portuale, ha ricordato che ai primi cittadini del Tirreno cosentino è stata manifestata l’intenzione di adesione anche da parte dei colleghi della Valle dell’Esaro portando così a 25 il numero delle municipalità interessate alla lotta.


About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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One comment

  1. L’iniziativa della consegna delle fasce al prefetto era azione valida per lanciare non una pietra ma un masso nel pantano della sanità calabrese. La riunione prevista per il 24 è ancora una volta temporeggiante, un prosieguo delicato delle chiacchiere seminate in questi anni.
    La situazione sanitaria dell’alto cosentino è ormai ben nota ai vertici regionali e nazionali. Se così non fosse significherebbe che qualcosa o qualcuno ha bloccato la comunicazione sul disagio e sulla rabbia che decisioni infami hanno suscitato nelle popolazioni interessate.
    Ma, in un’epoca tecnologica, non credo sia ipotesi credibile.
    Al 24 a Reggio seguiranno altri “tavoli”, di volta in volta lanciati come risolutivi, e ancora una volta (l’ennesima? no, la centesima) senza un nulla di fatto.
    Sarebbe interessante conoscere i nomi di quei primi cittadini che hanno respinto l’idea della consegna delle fasce, e soprattutto delle motivazioni che hanno portato a sostegno di questa decisione. Altrimenti definibile come crumiraggio istituzionale.
    Se per “lotta” si intende violenza, e questa debba essere l’ultima ratio per fare diga al fiume di inutili ipotesi palliative, lo si dica, magari sottobanco per evitare ingerenze giudiziarie.
    Da problema che avrebbe dovuto diventare nazionale, la faccenda sta diventando una infinita barzelletta, fra poco a livello mondiale. Penso alle risate dei detrattori, per partito preso, dell’antica calabritudine, in cui vedono lo storico banditismo ridotto a zerbino di signorotti portati al potere dagli stessi da cui vengono allegramente
    ignorati.