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Santa Maria del Cedro, riflessioni sulla legalità


La presentazione del libro di Di Lorenzo su Dia e Mafia è diventata occasione di riflessione su legalità e presenza sul territorio della ‘ndrangheta.

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SANTA MARIA DEL CEDRO – “La nascita della Dia è stata un bene”.

Ha esordito così ieri sera Francesco Saverio Di Lorenzo invitato a Santa Maria del Cedro, presso la Casa delle associazioni, a presentare il suo nuovo libro “Diametralmente opposti, 20 di operazioni contro la mafia”.

In questa sua seconda opera letteraria, Di Lorenzo, da anni a servizio della Dia, attualmente candidato alla carica di sindaco per il Comune di Scalea, racconta la sua esperienza all’interno della Direzione investigativa antimafia, del lavoro svolto in venti anni dalle forze di polizie e delle operazioni svolte contro la mafia.

Dobbiamo tutto a Giovanni Falcone – ha sottolineato Di Lorenzo –. Ricordiamo che senza lui non ci sarebbe stata la Dia. Ne è stato ispiratore e promotore, fino all’istituzione nel 1991. Falcone ha pagato con la vita il caro prezzo della lotta contro la mafia”.

La presentazione di Diametralmente opposti è stata occasione per celebrare una serata all’insegna della legalità proprio a pochi giorni dall’anniversario della morte di Giovanni Falcone, ucciso il 23 maggio del 1992, organizzata dall’amministrazione comunale di Santa Maria del Cedro. Occasione per esprimere e rinnovare solidarietà al sindaco Ugo Vetere per gli atti intimidatori che di recente lo hanno riguardato.

“Non mi lascio intimorire – ha ribadito Vetere –. La comunità ha bisogno di messaggi belli ed importanti come quelli testimoniati nel libro di Di Lorenzo. La qualità delle persone non è data dai titoli di studio o dai ruoli istituzionali svolti, ma dalla professionalità e dal rispetto delle regole. Qualità che possono far diventare le persone veri punti di riferimento per le comunità”.

All’incontro letterario hanno partecipato anche gli avvocati Giuseppe Bruno e Armando Sabato, oltre che l’editore del libro, Domenico Laruffa. Con il suo intervento Bruno ha regalato alla platea una vera e propria lectio magistralis sull’articolo 416 bis, l’associazione di tipo mafioso.

Discussione che si è svolta con riferimenti costanti all’Alto Tirreno cosentino, a come e quanto la mafia sia presente e controlli il nostro territorio. Di Lorenzo ha parlato di una forte presenza della ‘ndrangheta all’interno dei nostri paesi, di parere opposto gli avvocati.

“Se affermassimo che la ‘ndrangheta controllata la nostra zona – ha detto Bruno – allo stesso tempo diremmo che tutte le istituzioni sono soggiogate. Ci sono paesi della Calabria in cui a pelle si avverte l’humus della ‘ndrangheta. In altri invece, a differenza di quello che si dice, la mafia non è presente”.

La ‘ndrangheta c’è e si vede – ha concluso Di Lorenzo – il metodo mafioso c’è e si vede. Appartiene a molti personaggi dell’Alto Tirreno cosentino e non solo, e Scalea, comune sciolto per infiltrazione mafiosa, ne è la prova. I cittadini onesti possono far cambiare le cose”.

Un momento dell'incontro di ieri. Al centro l'autore del libro.
Un momento dell’incontro di ieri. Al centro l’autore del libro.

About Pierina Ferraguto

Giornalista pubblicista dal 2013. Laureata in Filosofia e scienze della comunicazione e della conoscenza all'Università della Calabria. Dal 2006 al 2008 lavora come stagista nella redazione di Legnano de Il Giorno. In Calabria lavora con testate regionali di carta stampata e televisive.

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