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Diamante, accusato di omicidio colposo: assolto dopo 10 anni

I fatti nel 2006: in un incidente stradale tra due mezzi perse la vita un giovane di Fuscaldo. Camionista diamantese, accusato di omicidio colposo, è stato assolto.


PAOLA – Era accusato di omicidio colposo per aver provocato un incidente stradale causando la morte di un uomo di Fuscaldo. Dieci anni dopo è stato assolto un cittadino di Diamante.

Il fatto non sussiste, ha sentenziato il tribunale di Paola al termine di un procedimento penale iniziato nel 2006. L’imputato era difeso dall’avvocato Francesco Liserre.

Questa la ricostruzione del tragico evento del marzo 2006. L’imputato era alla guida di un autocarro nel comune di Fuscaldo quando ha impattato contro una automobile su cui, in direzione opposta, viaggiava un giovane del posto morto sul colpo a causa delle lesioni riportate.

Nella fase preliminare, sul diamantese, si erano accumulate pesanti accuse: colpa consistita in imprudenza, negligenza, imperizia e violazioni delle norme del codice della strada, segnatamente per aver tenuto una velocità eccessiva in relazione alle condizioni della strada e del traffico.

“La complessità della ricostruzione circa l’esatta dinamica del sinistro – fa sapere Liserre – soprattutto a seguito delle rispettive consulenze di parte, diametralmente opposte, rendeva necessaria, all’udienza preliminare, un’ulteriore perizia d’ufficio disposta dall’allora Gup Carpino. Pertanto, l’esito della relazione peritale, unitamente alle conclusioni della polizia stradale e del consulente di parte civile, deponeva in senso nettamente sfavorevole all’imputato determinandone il successivo rinvio a giudizio presso il tribunale monocratico paolano. In particolare, l’asserito eccesso di velocità del diamantese che, tra l’altro, non avrebbe mantenuto la destra, secondo la ricostruzione accusatoria, rappresentava un elemento di responsabilità alquanto pregnante poiché, per il perito del giudice, se l’imputato avesse rispettato il limite di velocità imposto, mantenendo rigorosamente la destra, si sarebbe, certamente, scongiurata la morte del giovane automobilista. Tuttavia attraverso una credibile ricostruzione alternativa della triste vicenda, con l’ausilio dei nostri consulenti di parte, tra cui un medico legale, al termine di un complesso accertamento istruttorio durato diversi anni, si è riusciti a insinuare nel giudice quel ragionevole dubbio circa la necessaria sussistenza del nesso di causalità tra l’ipotizzata condotta imprudente dell’imputato e l’evento culminato nel tragico decesso della giovane vittima. Il giudice, all’esito della camera di consiglio, nonostante la richiesta di condanna del PM ad 1 anno e 4 mesi di reclusione, accogliendo pienamente le argomentazioni esplicitate dall’avvocato Liserre, assolveva l’imputato perché il fatto non sussiste”.

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