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Omicidio Vommaro, 12 anni a Franco Garritano

Condannato ma con sconto di pena: 12 anni a Franco Garritano, l’uomo che uccise la compagna, Maria Vommaro, al termine di una furiosa lite.

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PAOLA – 12 anni di carcere a Franco Garritano.

L’uomo è stato giudicato colpevole di aver ucciso Maria Vommaro, la sua compagna, al termine di una furiosa lite, il 6 ottobre 2014 a Fiumefreddo Bruzio.

Di certo sull’esito della sentenza ha pesato la parziale infermità mentale constatata dal perito del giudice e il fatto che Garritano, difeso dagli avvocati Francesco Sapone e Libero Borsani, abbia optato per il rito abbreviato. Si è giunti così a uno sconto notevole della pena.

Lo scorso 4 luglio, l’ultimo atto del procedimento di primo grado dinanzi al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Paola, Giulio De Gregorio. Il Gip ha concesso tutte le attenuanti. L’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Maria Camodeca, partendo prima dall’ergastolo, ha chiesto poi 16 anni e tre mesi.

Gli avvocati Sapone e Borsani hanno invece sollecitato di riqualificare il fatto come omicidio preterintenzionale e di riconoscere la seminfermità mentale. Garritano resterà quindi in carcere. Dopo aver scontato la pena, dovrà essere sottoposto alla misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata minima di tre anni e massima di sei con obbligo di seguire un programma socio riabilitativo eventualmente anche con inserimento in struttura specializzata. L’imputato è interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e legalmente durante il tempo di esecuzione della pena.

Nel procedimento si sono costituite quali parti civili i figli della donna e il fratello, rappresentati dagli avvocati Massimo Zicarelli e Patrizia Longo. Per loro il risarcimento del danno è di 100mila euro. Il Gip ha anche stabilito la restituzione di quanto sequestrato nell’incidente probatorio agli aventi diritto.

Tra novanta giorni le motivazioni e per detto periodo è sospesa la decorrenza dei termini di custodia cautelare. Con separata ordinanza invece la decisione sulla richiesta di applicazione della misura cautelare.

L’uomo, lo ricordiamo, è stato arrestato dai carabinieri della stazione locale agli ordini del comandante Domenico Lio dopo trenta giorni di latitanza nelle montagne di Fiumefreddo Bruzio.

Franco Garritano ha confessato l’omicidio, sostenendo però la tesi dell’accidentalità. La sua compagna avrebbe battuto la testa e sarebbe perita sul colpo. In un momento di particolare tensione, accecato dalla gelosia, avrebbe perso la ragione finendo poi per occultare anche il cadavere in auto e darsi infine alla fuga.

Nel corso di una lunga e ingarbugliata indagine e in base a una ricostruzione dei fatti il sostituto procuratore Maria Camodeca della procura di Paola aveva anche ipotizzato l’aiuto esterno di un uomo di Fiumefreddo Bruzio, la cui posizione è stata separata e giudicata dal Gip il quale ha disposto poi in altra udienza il non luogo a procedere.

Si trattava di un dipendete della stessa procura di Paola, Diego Romito, indagato per favoreggiamento e difeso dall’avvocato Nicola Carratelli. Il legale ha però dimostrato come lo stesso fosse estraneo ai fatti contestati. Secondo la Procura di Paola “Diego Romito era presente sulla scena del crimine e parlando con Garritano ha suggerito di attendere 24 ore prima di allertare le forze dell’ordine”.

E successivamente avrebbe inoltre “aiutato Garritano a rendersi irreperibile e a eludere le ricerche (…)”. Ma le accuse sono state smontate dall’avvocato Nicola Carratelli che ha dimostrato come lo stesso fosse assolutamente estraneo ai fatti contestati. Garritano ha fatto tutto da solo. Ha ucciso la compagna, ne ha occultato il corpo e si è dato alla fuga.

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About Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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