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Paola, mare: acqua pulita a fasi alterne

Mare pulito o no? L’estate è partita a giorni alterni: a volte l’acqua è cristallina e altre volte compaiono le famigerate chiazze indicate come inquinamento.

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PAOLA – C’è un solo punto in cui a Paola la qualità del mare viene classificata scarsa ed è quello, guarda caso, del canale prospiciente al depuratore.

Per il resto, nei vari punti esaminati lungo il litorale paolano la qualità delle acque è eccellente. Anzi la città recupera credibilità sulla balneazione. Ci sono altri tre punti giudicati con il massimo dei voti.

La popolazione si divide come sempre in quelli che giudicano poco attendibili i dati dell’Arpacal e coloro i quali invece li tengono nella debita considerazione in quanto ufficiali.

Tirando le somme dei primi 15 giorni della stagione estiva, il mare ci ha abituato a periodi di instabilità. Giorni in cui le acque sono cristalline e amene, altri in cui compaiono quelle famose chiazze che vengono additate come scarichi o fattori inquinanti, ma che potrebbe essere semplice mucillagine.

I cittadini ne dibattono non soltanto tra gli ombrelloni, ma anche sul web: chi propone book fotografici “mare dei Caraibi” e chi invece parla di fattori inquinanti in aumento.

Per adesso, su Paola e sulla costa tirrenica ci sono soltanto due casi incriminati e altrettanti fascicoli aperti dagli inquirenti, riconducibili alle giornate del 19 e 20 giugno scorso.

Per il resto a fare allarmismo non ci pensa nessuno. Sarebbe una iattura per la stagione estiva, che in termini di presenza sinora si presenta in linea con i dati dell’anno scorso, ma soprattutto per l’economia locale e per quanti vivono della risorsa mare.

Rimanendo in tema dovrebbero essere stati completati i lavori di riefficientamento e riqualificazione del depuratore di Paola. Lavori che hanno dato “sfogo” ad altra inchiesta della procura per l’affidamento (contestato dagli inquirenti) dell’incarico di progettazione a un professionista che avrebbe dovuto essere liquidato appunto con i soldi del finanziamento pubblico.

Da qui è nato un altro lungo braccio di ferro che sfocerà in tribunale e che vede coinvolti anche due tecnici del comune. Proprio parte di quei soldi che nono sono stati utilizzati per pagare i progettisti (e il Rup) che comunque il loro lavoro lo avevano fatto, saranno adesso “impegnati” per smaltire i fanghi della depurazione.

Con apposita determina il responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Fabio Pavone, ha infatti stabilito di affidare la suddetta somma alla ditta Coeme Srl di Lamezia. Ciò anche in considerazione della disponibilità in economia (17mila 469 euro) e dell’urgenza di provvedere a ulteriori lavori da effettuare individuati con la scheda tecnica delle opere approvate dalla Regione Calabria, ovvero smaltimento fanghi di depurazione (categoria lavori urgenti stante la stagione balneare).


About Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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