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Praia a Mare, Italia nostra propone interventi sulla balneabilità

Area di balneazione interdetta a Praia a Mare: Italian nostra propone integrazione monitoraggio canale Fiumarella e ridefinizione della zona.

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PRAIA A MARE – La sezione di Praia a Mare dell’associazione Italia nostra ha proposto a Regione Calabria, Arpacal, Ministero della Salute e comune di integrare il monitoraggio sull’area del canale Fiumarella.

“Riconoscendo come inderogabili le misure previste a salvaguardia della salute pubblica – si legge in una nota – ma anche necessario considerare l’importanza che assumono le attività turistiche durante la stagione balneare per l’economia di Praia a Mare che potrebbero essere condizionate da misure precauzionali che per legge è opportuno e doveroso assumere nella fascia costiera risultata non balneabile all’interno del comune di Praia a Mare, Italia Nostra ha chiesto di valutare la possibilità di incrementare i punti di controllo della campagna di monitoraggio della qualità delle acque richiamando all’applicazione del decreto interministeriale di attuazione del D.Lgs 116/08 che recepisce la direttiva comunitaria 2006/7/CE, definisce i criteri, le modalità e le specifiche tecniche per il programma di monitoraggio e per le azioni di gestione sui divieti di balneazione e sulle eventuali revoche degli stessi.

In virtù del su citato decreto interministeriale, infatti, la delimitazione dell’area da interdire può essere individuata sulla base di analisi effettuate su ulteriori punti di campionamento di controllo, dove si presume, sulla base del profilo dell’acqua di balneazione, sussista un maggior rischio di inquinamento.

Presupponendo che la metodologia seguita per la perimetrazione del tratto soggetto a divieto di balneazione sia la medesima, si chiede, appunto, di continuare ad utilizzare i punti di controllo aggiuntivi a quello canonico dei 50 mt a sx del canale Fiumarella, perché sia possibile aggiornare il profilo di balneazione in maniera puntuale.

In questo modo potrebbe essere possibile verificare la qualità delle acque all’interno dell’area perimetrata anche allo scopo, superata l’attuale criticità con l’assunzione di radicali misure di risanamento, di valutare la possibilità di suddividere comunque l’attuale area di balneazione di 777 metri, caratterizzata dal punto di prelievo citato, in più aree di balneazione (almeno due) con altrettanti punti di prelievo. Si rammenta che l’area di balneazione in questione è di estrema importanza per l’economia locale in quanto in corrispondenza con l’abitato di Praia a Mare, per cui escludere eventuali aree non interessate anche da possibili futuri fenomeni di inquinamento è di estrema importanza.

L’ultimo prelievo ufficiale effettuato nel punto di campionamento registra un valore degli Enterococchi superiore del 10 percento della concentrazione limite, superamento però che per fenomeni di dispersione e diffusione potrebbe differenziarsi lungo il tratto di costa attualmente perimetrato.

Monitorare ulteriori punti di controllo, perciò, permetterebbe di verificare e gestire con maggiore razionalità un divieto che se da un lato è posto a tutela, dall’altro, risultando l’unica misura messa in atto per la gestione di questa criticità, è altrettanto significativo sull’economia locale.

Si fa osservare che, sulla base del monitoraggio bimensile dell’anno 2015, il peggioramento della qualità delle acque è stato registrato (e quindi atteso) soprattutto a partire dalla seconda metà del mese di luglio, fino a fine agosto, ossia nel periodo di maggiore affluenza lungo le coste e, quindi, da un lato di un maggior numero di persone esposte ad un pericolo, dall’altro maggiore beneficio per il comparto economico.

Queste preoccupazioni devono essere fatte proprie da tutti gli enti preposti alla tutela dell’ambiente perché, rimarcando ciò che già i dispositivi normativi in materia prescrivono, è necessario una integrazione di competenze, impegni e intenti che ancora una volta Italia Nostra Presidio di Praia a Mare chiede si concretizzi al più presto nella definizione di un modello virtuoso di gestione delle risorse naturali presenti sul territorio, non prescindendo, appunto, dalla sanazione di situazioni pregiudizievoli come quella del canale Fiumarella che solo un’azione congiunta tra Istituzioni può portare a risolvere”.

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