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Politica e sanità, Giuseppe Aieta si auto sospende dal Pd

Le vicende della sanità sul Tirreno cosentino pesano sulla scelta del consigliere regionale Giuseppe Aieta che si sospende “fino a quando non sarà ristabilita l’agibilità democratica a tutela dei cittadini calabresi”.


CETRARO – Giuseppe Aieta si è autosospeso dal Partito democratico.

Il consigliere regionale di riferimento del Tirreno cosentino ha preso la decisione nella serata di ieri, giovedì 21 luglio 2016, motivandola come diretta conseguenza del commissariamento della sanità in Calabria.

Per questo motivo ha comunicato il suo intento agli organi del Pd, partendo dal segretario nazionale, nonché premier, Matteo Renzi.

Nello scritto reso pubblico dal sito personale, Giuseppe Aieta ripercorre le vicende politiche che, nell’ultimo anno e mezzo, hanno interessato il settore nella regione, partendo dal passaggio della gestione commissariale dal presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, a Massimo Scura a causa dell’incompatibilità del primo sancita dalla legge di stabilità.

Poi argomenta gli scarsi risultati della gestione commissariale sulla qualità dei servizi sanitari. “Una produzione smisurata di decreti” – scrive Aieta – caratterizzati da “superficialità” e a volte da “arroganza” senza risolvere le questioni principali.

La responsabilità è dunque scaricata su Scura e sul sub commissario Andrea Urbani, salvando così – nelle intenzioni di Aieta – il governo regionale dal malcontento dei cittadini. Questi però, secondo Aieta, oggi non sarebbero in grado di distinguere tra le parti nell’individuare i veri colpevoli.

“Considerato, pertanto – scrive Aieta – l’estremo disagio che in qualità di rappresentanti del popolo continuiamo a vivere nei territori; venuto meno il rapporto di fiducia con i cittadini che non distinguono più tra le condotte dei commissari e i rappresentanti politici democraticamente eletti tanto da diventare oggetto di quotidiana polemica e contestazione; consapevole della responsabilità civile e morale verso intere comunità cui non è garantito il diritto alla saluta e spesso all’esistenza; comunico – con sommo dispiacere – la mia sospensione dal Partito democratico fino a quando non sarà ristabilita l’agibilità democratica a tutela dei cittadini calabresi che pretendono il sacrosanto diritto a vivere in una regione che garantisca loro una vita normale con tutte le garanzie per la loro salute”.

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