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Praia a Mare, atto aziendale: Ppi h12

È quanto previsto nel nuovo atto aziendale dell’Asp di Cosenza ora al vaglio dei livelli superiori. Disattese le aspettative dei sindaci altotirrenici.

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PRAIA A MARE – “I Ppi sono operativi nelle 12 ore diurne e sono presidiati dal 118 nelle ore notturne. [..] Il servizio erogato dai Ppi, attualmente previsti nelle Cds di San Marco Argentano, di Mormanno, di Lungro, di Cariati e di Praia a Mare, è destinato ad essere trasferito alla gestione del 118”.

È quanto si legge a pagina 39 dell’atto aziendale dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza deliberato dal direttore generale Raffaele Mauro lo scorso 29 agosto. Il documento ora è al vaglio degli organi competenti per avviare l’iter di approvazione.

Poche righe che però hanno già generato malumore sul territorio. Quanto stabilito, infatti, in caso di approvazione costituirebbe un depotenziamento dell’emergenza – urgenza sull’Alto Tirreno cosentino. Il tutto a dispetto di quanto chiesto, in particolare, dalle amministrazioni comunali.

Il Ppi, infatti, sarebbe gestito dalle 8 alle 20 dal personale medico attualmente in forza alla struttura praiese. Nelle ore notturne, dalle 20 alle 8, dal 118. Inoltre, non sarebbe dato sapere cosa accadrà quando – come recita l’atto aziendale – il Punto di primo intervento sarà completamente affidato al 118.


About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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One comment

  1. Credo si stia facendo di tutto per provocare una reazione violenta da parte della popolazione. È uno stillicidio continuo di provocazioni, un taglieggiamento sanitario inaudito, incomprensibile, contrario al minimo buon senso, che annulla ogni speranza di tentativo di sopravvivenza. Non è possibile che in nome di un rientro da un deficit senza fiondo sia calpestata la necessità al minimo di cure immediate, sovente indispensabili a salvare vite umane. Se ne deduce che la Calabria, in particolare l’alto Tirreno cosentino, sono considerate meno (molto meno) dei Paesi più arretrati; un tempo erano ritenuti tali alcuni Paesi dell’Africa e dell’estremo Oriente.
    Siamo ormai meno che nessuno.
    E non consola neanche la prospettiva che eventuali elezioni possano cambiare qualcosa: il menefreghismo e il marciume mafioso allignano ormai in tutti i partiti che governano questa Regione. A chiunque si decidesse di dare il voto, lo si darebbe solo per cambiare timonieri, ferma restando la rotta che punta alla demolizione di qualunque operazione destinata alla salvaguardia perlomeno della salute, unico bene rimastoci, visto che tutto il resto è andato a puttane da tempo. Al proposito basta dare uno sguardo al susseguirsi nei posti di comando regionali delle variegate componenti, che di volta in volta hanno promesso interventi risolutivi, promesse rivelatesi fuochi di paglia, che a questo punto non sono più tacciabili di semplice incompetenza bensì di malcostume, maleodorante, e di malafede divenuta virtù.
    Con degno contorno di consulenti ed esperti strapagati, la cui pancia piena possiamo solo augurarci che alla fine esploda. Ed è pazzesco che si arrivi alla condizione di potere solo maledire chi è e chi è stato causa di questo stato di cose, a quanto pare irreversibile.