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Potenza, sventata evasione dall’ospedale San Carlo

Tunisino 19enne tenta di evadere dall’ospedale San Carlo di Potenza. Azione sventata dal personale di polizia penitenziaria presente.


POTENZA – Ha tentato di evadere dall’ospedale San Carlo di Potenza ma è stato prontamente acciuffato dai poliziotti penitenziari.

È accaduto a Potenza, protagonista un detenuto tunisino di 19 anni, ristretto in carico all’istituto penale per minorenni del capoluogo di regione lucano. A dare la notizia è il Sindacato autonomo polizia penitenziaria, Sappe.

Racconta Saverio Brienza, segretario regionale della Basilicata per il Sappe: “Sono stati momenti davvero concitati. Il detenuto, rientrando nella camera dal bagno, ha improvvisamente colpito uno dei due agenti di polizia penitenziaria che lo stavano piantonando ed ha iniziato a correre nel reparto. L’altro poliziotto lo ha immediatamente rincorso e bloccato, nonostante il ristretto tunisino lo colpisse con calci e pugni. Tempestivo è stato l’intervento di altri poliziotti penitenziari del reparto dell’istituto penale per minorenni, giunti nel frattempo in ospedale perché i medici avevano disposto la dimissione del detenuto, e solo grazie alla professionalità del personale di polizia penitenziaria veniva bloccato, senza alcun pericolo per gli altri degenti. Grazie all’attenzione e alla professionalità dei baschi azzurri, dunque, una clamorosa evasione è stata sventata in tempo. La tentata evasione di un detenuto ricoverato nell’ospedale di Potenza – conclude Brienza – conferma che tenere i detenuti a non far nulla, anche nei momenti di degenza ospedaliera, può essere grave e pericoloso. Ma deve fare seriamente riflettere anche sulle pericolose condizioni di lavoro dei poliziotti penitenziari, che ogni giorno di più rischiano la propria vita nelle incendiarie celle delle carceri lucane e dei reparti detentivi degli ospedali”-

Il segretario generale del Sappe Donato Capece denuncia il ciclico ripetersi di eventi critici in carcere che vede coinvolti detenuti stranieri. “È sintomatico – spiega – che negli ultimi dieci anni ci sia stata un’impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15percento negli Anni ’90 sono passati oggi ad essere oltre 18mila. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei paesi d’origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia. Il dato oggettivo è però un altro: le espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia sono state fino ad oggi assai contenute, oserei dire impercettibili. E credo si debba iniziare a ragionare di riaprire le carceri dismesse, come l’Asinara e Pianosa, dove contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione”.

Capece evidenzia infine come anche i gravi eventi critici accaduti nell’ospedale San Carlo di Potenza sono “sintomatici del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. A poco serve un calo parziale dei detenuti, da un anno all’altro, se non si promuovono riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena nazionale, a cominciare dall’espulsione dei detenuti stranieri, specie quelli – e sono sempre di più – che, ristretti in carceri italiani, si rendono protagonisti di eventi critici e di violenza durante la detenzione”.

Conclude Brienza: “Mi sembra del tutto evidente che la situazione penitenziaria lucana è costantemente ad alta tensione. Abbiano espresso, come primo Sindacato della polizia penitenziaria, il nostro apprezzamento e la nostra solidarietà ai colleghi poliziotti rimasti contusi, ma questo non può bastare. Servono adeguate sanzioni a chi si rende responsabile di violenza contro appartenenti al corpo di polizia penitenziaria. Servono provvedimenti concreti che garantiscano sicurezza alle strutture detentive e ai poliziotti stessi. Quasi ogni giorno contiamo eventi critici nelle carceri regionali: basta. Il Sappe rappresenterà in ogni sede istituzionale e politica l’ira e le urla di rabbia di chi ogni giorno rischia di essere aggredito e ferito perché rappresenta lo Stato nella prima linea delle sezioni detentive o nelle corsie degli ospedali, gli appartenenti alla polizia penitenziaria. E’ sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di tensione e violenza che ogni giorno coinvolge gli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria nelle carceri della Basilicata”.


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