La pioggia non convogliata nell’area franata della collina su cui sorge l’ospedale di Paola provoca smottamenti che finiscono sulla strada sottostante.
PAOLA – Acque piovane in completa libertà.
I rigagnoli che discendono dalla collinetta, nelle adiacenze della frana principale che interessa da anni l’ospedale di Paola, causano altri piccoli smottamenti. Manca un convogliamento. E così dalla parete Sud Ovest continua a cedere terra assieme ad acqua che finiscono nella sottostante arteria.
Vi è preoccupazione tra i residenti nella zona. Anche se pericoli imminenti non sembrano sussisterne, la prudenza non è mai troppa. L’area dove sono ceduti i gabbioni e mezzo parcheggio abusivo, posto accanto a quello principale del pronto soccorso, sembra aver riacquistato la sua stabilità. Di tempo per i lavori però ne sta passando parecchio nonostante la situazione di urgenza. Occorre indire la gara per le opere e avviare quel consolidamento che consentirà di mettere definitivamente in sicurezza la collinetta e quindi il nosocomio.
La strada sottostante rimane interdetta. Via Bernardino Telesio è stata cancellata dalla circolazione stradale da diverso tempo. A seguito del secondo grosso cedimento l’arteria è stata chiusa al traffico veicolare e pedonale con tutti i disagi del caso per i residenti.
Nel frattempo in tribunale si riaprirà, dopo la pausa estiva, il processo a carico di cinque persone tra proprietari tecnici e costruttori. In aula giorno 19 ottobre sarà sentito l’ex responsabile dell’Utc di Paola, Antonio Vigliotti, che cercherà di chiarire anche le questioni delle autorizzazioni e dei permessi, anche se all’epoca la reggenza dell’ufficio era passata nelle mani di Salvatore Romito.
Il perito Fiorillo nella precedente udienza aveva posto l’accento sulle buffer zone e sulle autorizzazioni che sono state chieste precedentemente al Pai. Per Fiorillo la causa della frana è da evidenziare nei tagli, nello sbancamento e nel posizionamento di questi gabbioni, poco ha inciso la costruzione.
Ma è anche sulla mancata regimentazione delle acque piovane che si è concentrata l’attenzione di Fiorillo. Una carenza che ancora oggi è quanto mai accentuata e interessa tutta la zona.
Vediamo che dice il perito: “Riguardo alla regimentazione delle acque c’è da dire che tutto il colle è ormai urbanizzato. Ci sono aree impermeabilizzate a monte, nella zona dell’ospedale, ci sono strade e abitazioni, la stessa via Telesio a valle, tutti elementi antropici che hanno modificato il naturale deflusso delle acque superficiali, cioè le acque di pioggia che scorrono, e localmente non esiste una regimentazione ad hoc. Lungo la via che conduce all’ingresso dell’ospedale quando hanno realizzato, ad esempio, il manto stradale ognuno si è fatto una cunetta d’asfalto ad hoc per evitare che entrasse acqua nella propria abitazione. Quando piove in maniera intensa, le acque scorrono lungo l’arteria e vanno tutte a confluire nella zona del parcheggio abusivo utilizzato, a suo tempo, dall’ospedale oppure nella casa degli Sganga. Lo stesso ospedale lamentava l’ingresso di queste acque al suo interno”.
In poche parole la zona è male urbanizzata e tutto questo aggrava le situazioni di stabilità.

