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Paola, indagine della procura: lidi a rischio

Strutture balneari di Paola sotto la lente della procura. Guardia costiera porta via faldoni dal municipio. Forse su alcune presunte violazioni si sarebbe sempre chiuso un occhio.

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PAOLA – È un’indagine che scotta quella sulle strutture balneari di Paola.

Un’indagine condotta in prima persona dal procuratore capo Bruno Giordano che ha affidato apposita delega all’ufficio ambiente della procura e alla guardia costiera di Paola.

Un’indagine che affonda le sue radici in tempi remoti quando gli uffici hanno forse fatto finta di non vedere alcune presunte violazioni. Ma adesso il registro è cambiato. Bisognerà ottemperare a quelle che sono le disposizioni in materia. Perché potrebbero emergere anche reati punibili e per tal motivo c’è apprensione sullo stato di cose.

Sono in 24 tra lidi, stabilimenti ricettivi e strutture in genere a essere interessate da questo provvedimento. La guardia costiera questa volta non si è limitata a fotocopiare i fascicoli relativi a questo, ma si è portato tutto via. Un vero e proprio sequestro?

Oggi c’è comunque qualcuno che sta già pagando. L’imprenditore balneare Roberto Pennestrì, secondo un dispositivo del dipartimento regionale ottemperato dall’ufficio tecnico comunale è costretto a demolire la sua struttura. Ma Pennestrì evidentemente convinto di essere dalla parte della ragione ha chiesto al Tar (che si determinerà a breve, ndr) l’annullamento dell’ordinanza di fine febbraio.

L’ente sarà rappresentato dall’avvocato Claudia Parise. Nel caso in cui il comune dovesse avere ragione sul ricorso, per il titolare del lido si potrebbe configurare lo spettro non soltanto della demolizione ma anche della revoca della licenza. Un problema di non poco conto per il proprietario della struttura che da anni si contraddistingue anche per una lotta in parallelo al fenomeno dell’inquinamento del mare. Tanti i suoi solleciti alla procura e alla capitaneria di porto, tra cui una esplicita richiesta di “controllare tutti i lidi”.

Nel frattempo l’ufficio tecnico sta lavorando per la redazione della variante al Piano comunale di spiaggia. Da 24 le autorizzazioni potrebbero passare addirittura a 30. Rimarrebbero, in poche parole, pochissimi metri quadrati di spiaggia libera. Ma il punto non è soltanto relativo all’aumento del numero di strutture ma all’offerta che si intenderà dare ai turisti. E soprattutto bisognerà verificare prima dell’estate come si concluderà la vicenda che coinvolge tutte le strutture dislocate sul demanio.

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About Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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One comment

  1. Dovrebbero chiudere tutti i lidi….non servono a nulla …vogliamo la costa come nei primi anni 70/80.