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Paola, videosorveglianza “grande fratello” oscurato

Mentre proseguono gli episodi di criminalità in città l’impianto di videosorveglianza comunale non funziona. Eppure ai contribuenti è costato un occhio della testa.


PAOLA – Un “grande fratello” oscurato.

Un impianto di videosorveglianza costato fior di quattrini che, a oggi, non è ancora funzionante.

È un perfetto non vedente quando di occhi ne servirebbero invece tanti per mettere fine a incursioni notturne, criminalità e vandalismo dilagante. Non bastano videocamere private in dotazione a pubblici esercizi e distributori di benzina, servirebbe invece la riattivazione e l’implementazione dell’impianto comunale in quei punti considerati sensibili che permetta di beccare in flagrante quei balordi che continuano a restare impuniti nelle loro scorribande.

Basterebbe poco per ripristinarlo e magari potenziarlo con dei nuovi “occhi”. Le telecamere erano state poste in particolare nel centro storico, nel centro cittadino, sul lungomare e in via Cristoforo Colombo. Doveva quindi essere attivato anche presso la stazione dei carabinieri di Paola un sistema che consentisse anche ai militari di poter tenere sotto controllo determinate zone.

Un “grande fratello” che potrebbe essere stato in grado di osservare anche la preoccupante questione dei continui abbandoni di rifiuti in diversi angoli della città. La situazione sembra essere divenuta grave sotto il profilo igienico sanitario.

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About Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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