Processati per ricettazione di rame: giudice assolve due romeni. Nessuna prova di furto o ricettazione né della consapevolezza della provenienza illecita della merce.

FUSCALDO – Cadono le accuse nei confronti di due romeni a processo per ricettazione di cavi di rame.
Il tribunale di Paola in composizione monocratica li ha infatti assolti perché il fatto non sussiste. Circa tre quintali di cavi guainati e svariate quantità di reattori di lampada erano stati rinvenuti dai carabinieri della stazione di Fuscaldo il 30 gennaio 2015 nel corso di un apposito controllo.
Per Eduard Narcis Heisler e Ionut Bogdad Portoraca, entrambi rumeni domiciliati da tempo a Fuscaldo e Paola, si erano così aperte immediatamente le porte del carcere. Per il Gip che ne aveva disposto la misura coercitiva dei domiciliari e poi successivamente l’obbligo di firma (mentre il PM aveva richiesto in più occasioni il carcere) non sussistevano dubbi in quanto i due a bordo di un furgone erano stati fermati con i cavi di rame e non erano in grado di giustificare la provenienza del materiale in questione affermando di averlo ricevuto gratuitamente da una persona della quale non sapevano però fornire generalità e alcun materiale identificativo. Nessuna documentazione attestava inoltre la provenienza dei 300 chilogrammi di oro rosso.
In poche parole, secondo i carabinieri, i romeni facevano parte di quella banda di ladri di rame che non poche apprensioni aveva destato sul territorio. Una banda che ha messo in ginocchio nel tempo interi quartieri (sottraendo il rame in particolare dai pali della luce) e diversi impianti di depurazione dislocati sulla costa tirrenica. L’accusa, nel corso dell’udienza dell’altro ieri, ne ha chiesto al giudice monocratico un anno e mezzo di carcere, ma l’avvocato dei due romeni, Giacomo Middea del foro di Paola, è riuscito a dimostrare che non c’era prova del furto del rame che sarebbe stato oggetto di ricettazione né tantomeno che, anche qualora questo fosse stato rubato, i due rumeni fossero a conoscenza della loro provenienza delittuosa.
In poche parole, è stato dimostrato, l’oro rosso si stava smaltendo per conto di una ditta della zona.
